Dimissioni a catena nel Regno Unito dopo le elezioni: dopo il trionfo conservatore nelle elezioni politiche in Gran Bretagna, Ed Miliband ha lasciato la guida dei laburisti, che era dato testa a testa con i conservatori nei sondaggi sull’esito del voto britannico, e invece ha lasciato a casa decine di deputati. Miliband, che ha ringraziato lo staff e gli attivisti, ha aggiunto di aver già parlato con il premier David Cameron, per congratularsi con lui della vittoria e si è preso tutta la responsabilità per la sconfitta.
Con la difesa appassionata dei valori liberali, anche Nick Clegg ha consegnato le sue dimissioni, lasciando la guida del partito liberaldemocratico britannico, uscito decimanto dalle elezioni. Parlando davanti alla leadership del partito, Clegg – che è stato visto lasciare la stanza con le lacrime agli occhi, ha detto che “hanno vinto la paura e il risentimento”, che “sono in crescita il nazionalismo e il ‘noi contro voi’”, e che “in assenza di una forte leadership è a rischio la tenuta stessa del Regno Unito”. Ha aggiunto poi che da queste elezioni ad uscire sconfitto è stato il “liberalismo che però è più prezioso che mai e per il quale dobbiamo continuare a lottare”. Conclude dicendo che “è un’ora molto buia per il nostro partito, ma non permetteremo che i valori liberali evaporino con questa notte”. Immediate le reazioni degli editorialisti su Twitter: Kavin Maguire del Mirror ha scritto che se in campagna elettorale avesse articolato il suo liberalismo come ha fatto nel discorso di addio, avrebbe dato ragione agli elettori per votarlo.
Anche il leader euroscettico Nigel Farage si è dimesso dalla guida del partito indipendentista Ukip. Farage ha detto di essere un uomo di parola e che dunque mantiene l’impegno che aveva preso con gli elettori, ovvero dimettersi in caso di mancata conquista del seggio a South Thanet. Il leader del partito eurofobo e anti-immigrazione ha aggiunto che deciderà dopo l’estate se ripresentarsi di nuovo per la leadership.