Fossa comune: potrebbero esserci 200 corpi

Una fossa comune che potrebbe contenere sino a 200 corpi è stata rinvenuta a Raqqa, ex “capitale” dell'Isis in Siria, riconquistato dopo una lunga battaglia. Sino a questo momento al suo interno sono stati rinvenuti 50 cadaveri ma la cifra potrebbe crescere.

L'occupazione

Nel corso della sua occupazione di Raqqa, il Califfato ha espresso ancora una volta la sua radicale intolleranza nei confronti dello Sciismo, distruggendo la Moschea di Uways al-Qarni, in cui si conservavano le spoglie del Compagno del Profeta, “Ammar b. Yasir”, e del Seguace Uways al-Qarni, entrambi caduti nella battaglia di Siffin, combattendo per la causa del quarto califfo “ortodosso“, nonché cugino paterno e genero di Maometto,ʿAlì b. Abì Talib.

La liberazione

La città è stata liberata dalle “Forze democratiche siriane” appoggiate dagli Stati Uniti nell'ottobre del 2017, e a distanza di sei mesi dall'offensiva militare un campo di calcio restituisce i resti di chi, sgradito ai jihadisti, veniva eliminato in seguito a processi sommari solo per aver violato le regole folli del sedicente Stato Islamico. Negli ultimi mesi altre fosse comuni stono state trovate in Siria e in Iraq.

Duma

A Duma, intanto, proseguono le indagini dell'Opac sul presunto attacco chimico. L’arrivo degli ispettori era stato rinviato dopo che, martedì, una squadra dell’Onu che doveva verificare le condizioni di sicurezza era stata presa di mira da colpi d’arma da fuoco nel territorio ormai sotto il controllo delle forze siriane e russe. Dopo il presunto attacco anche gli ultimi miliziani insorti hanno lasciato Duma, accettando di essere evacuati con i loro familiari verso il nord della Siria, in aree controllate da ribelli di varia tendenza, tra cui quelli filo-turchi che controllano la città di Jarablus. In tutto sono 60.000 i ribelli e i civili trasferiti dall’intera Ghouta con questo tipo di operazioni, negoziate direttamente dai russi con gli insorti. In precedenza simili evacuazioni erano avvenute in molte altre regioni del Paese assediate dalle forze governative, tra cui Aleppo sul finire del 2016. Si stima che in totale siano 750.000 le persone spostate mediante queste operazioni. Le Nazioni Unite non hanno avuto alcun ruolo nelle evacuazioni, che anzi hanno condannato, ritenendole un modo per “ripulire” intere province da popolazioni ostili al regime. La televisione siriana ha detto che una nuova evacuazione è cominciata per 3.200 ribelli e i loro congiunti da tre località della provincia di Damasco nell’area del Qalamun orientale, non lontano dalla Ghuta. Alcuni giorni fa altri 1.500 ribelli e 3.500 loro familiari erano stati fatti partire da Dumair, altra località del Qalamun.