Fatah chiede le scuse del Regno Unito

Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, si appresta a lanciare una serie di iniziative contro la Dichiarazione Balfour (100 anni il prossimo 2 novembre) e intanto ha condannato la dichiarazione del premier inglese Theresa May che ha rivendicato la legittimità di quell’intervento.

Il capo ufficio stampa della Commissione di “mobilitazione” di Fatah, incaricata di organizzare le manifestazioni, Munir Al-Jagoub, citato dai media palestinesi, ha detto che le dichiarazioni del premier britannico legittimano “l’occupazione subitadalla terra e dal popolo palestinesi”. Al-Jaqoub ha anche chiesto le scuse britanniche per la Dichiarazione che si espresse a favore di “un focolare nazionale ebraico” in Palestina e che “quello storico disastro” sia compensato con il riconoscimento di uno stato palestinese con Gerusalemme est capitale. Manifestazioni, secondo i media, si svolgeranno in Israele, in Cisgiordania e in Gran Bretagna nella prima settimana di novembre sarà anche presentata una lettera di protesta al console britannico a Gerusalemme.

I palestinesi hanno più volte sostenuto che Balfour promise ad altri terra che non apparteneva agli inglesi, favorendo così, a loro giudizio, la futura nascita di Israele. Secondo gli storici, la Dichiarazione si inseriva nella sistemazione complessiva disegnata dagli Alleati per l’Impero Ottomano una volta sconfitto sul campo come poi avvenne. E si inquadrava nell’Accordo segreto Sykes-Picot del 1916 con il quale Londra e Parigi, in linea con le politiche complessive di allora, si spartivano in rispettive sfere di influenza il Medio Oriente. La Dichiarazione Balfour fece parte nel 1920 a Sevres del Trattato di pace con la Turchia che ratificò anche il Mandato Onu della Gran Bretagna su quel territorio. Nel 1947 le Nazioni Unite votarono la spartizione del Mandato in due Stati: uno ebraico e l’altro arabo. Decisione accettata dalla leadership ebraica che dichiarò la nascita dello Stato di Israele nel 1948, non appena gli Inglesi lasciarono la Palestina, e rifiutata invece dagli arabi.