Fallisce il tentativo di trivellazione del cunicolo

Ora è davvero una corsa contro il tempo. I soccorritori stanno lottando contro il nemico numero uno, l'ossigeno, per tenatare di trarre in salvo i 12 giovanissimi calciatori intrappolati, con il loro allenatore, nel sistema di tunnel della grotta Tham Luang, in Thailandia. Nuove speranze sembravano essere state date dalla scoperta di un nuovo cunicolo, largo circa un metro e distante tra i 150 e i 200 metri dalla cavità nella quale i ragazzi sono raggruppati, attorniati dall'acqua. Una possibilità inizialmente considerata concreta da quanto spiegato dai soccorsi, poiché l'individuazione del tunnel accorcia sensibilmente la distanza alla quale si pensava che i ragazzi si trovassero, fissata sugli 800-1000 metri. Successivamente, però, i tentativi di trivellazione del diaframma roccioso sono falliti, costringendo gli speleologi a optare per l'unica via possibile: quella del sistema di tunnel principale, in buona parte sommerso.

“Fare in fretta”

“Le possibilità di avvicinarsi sono alte”, aveva detto il presidente degli ingegneri tahilandesi, riaccendendo le speranze delle famiglie dei giovani intrappolati e, soprattutto, infondendo nuovi stimoli nei soccorritori, scoraggiati dai tentativi andati a vuoto e dalla morte di uno dei loro compagni, un ex Navy Seal, soffocato per mancanza di aria mentre era impegnato in un'operazione di trasporto delle bombole. Un ulteriore segno di come il livello d'ossigeno stia calando nella grotta e di come le manovre di salvataggio vadano drammaticamente affrettate, considerando che i livelli sono scesi dalla soglia limite del 21% a un pericolosissimo 15%. A ogni modo, la morte di un esperto ha assestato un duro colpo al morale delle squadre, decise comunque a tentare il tutto per tutto, dapprima puntando sulle possibilità portate dalla scoperta del nuovo cunicolo, poi sulle ancora discrete condizioni fisiche dei ragazzi i quali, secondo il governatore della regione, sarebbero stati addestrati negli ultimi giorni a nuotare e a usare le bombole a ossigeno anche se, complice la non perfetta forma, non sono ancora pronti ad affrontare un percorso così impegnativo in immersione. 

Nuovi tentativi

La parola d'ordine è “fare in fretta” perché, oltre al livello di ossigeno in calo, c'è anche il rischio che nuove piogge intasino ulteriormente le grotte e, allo stesso tempo, mettano in pericolo gli speleologi nelle cavità. Prosegue, nel frattempo, il trasporto di un tubo nelle grotte con il quale cercheranno di immettere aria all'interno, così da rendere più agevoli le operazioni di salvataggio e cercare di alimentare anche la grotta dove si trovano i ragazzi. Intanto, sulle grotte di Tham Luang stanno convergendo numerosi spelologi europei specializzati in salvataggi di persone intarppolate nei sistemi di grotte. Tutto, però, dipende da quanto i soccorritori impiegheranno a portare via i giovanissimi calciatori, prima che l'ossigeno finisca e prima che nuove piogge rendano tutto vano.