Ex ministro accusato di essere una “spia” dell'Iran

L'ex ministro israeliano dell'Energia, Gonen Segev, è stato accusato di spionaggio a favore dell'Iran. Secondo lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, l'ex esponente del governo sarebbe responsabile di “reati di trasmissione di informazioni al nemico in tempo di guerra e spionaggio contro lo stato di Israele”. Un'indagine, spiega l'apparato, “ha scoperto che Segev è stato reclutato e ha agito come agente a nome dell'intelligence iraniana“.

L'accusa

L'ex ministro è stato arrestato il mese scorso al suo ritorno in Israele dopo essere stato respinto all'ingresso in Guinea equatoriale a causa della sua fedina penale. In precedenza viveva in Nigeria, ha detto la polizia. Lo Shin Bet ha detto che Segev era in contatto con funzionari dell'ambasciata iraniana in Nigeria e in seguito avrebbe visitato la Repubblica Islamica per incontrarsi con esponenti dell'intelligence locale. “Segev ha fornito ai suoi referenti informazioni relative al mercato dell'energia, ai siti di sicurezza in Israele, a edifici e funzionari di organismi politici e di sicurezza, e altro ancora”, si legge. 

Difesa

Gli avvocati dell'ex ministro ha spiegato che i dettagli delle accuse nei confronti del proprio assistito sono stati secretati. Quello che è stato diffuso, sostengono, “è fuorviante“. In particolare i fatti resi noti “fanno sembrare la situazione più grave di quanto non sia“. Da un'analisi più completa dei documenti emergerebbe “un quadro diverso”. Segev ha servito nel governo laburista del primo ministro Yitzhak Rabin nei primi anni '90.
Nel 2004 è stato accusato di aver cercato di contrabbandare 30.000 pillole di ecstasy in Israele dai Paesi Bassi, utilizzando un passaporto diplomatico con una data di scadenza falsificata. L'anno successivo ammise le proprie responsabilità accedendo al patteggiamento.