Ex capo Interpol arrestato, la moglie: “Ho paura”

La moglie dell'ex capo dell'Interpol Meng Hongwei, nel corso di un'intervista alla Bbc, si è detta nuovamente preoccupata per la sorte del marito, arrestato in Cina per corruzione, e per la propria sicurezza. 

Paura

“Penso che questa sia una persecuzione politica – ha spiegato Grace Meng – . Non sono sicura che sia vivo. Sono crudeli e sono sporchi”. La donna aveva denunciato la scomparsa del coniuge alle autorità francesi all'inizio di ottobre, e dopo due giorni di silenzio sulla vicenda, da Pechino era arrivata la conferma delle indagini a carico di Meng, vice ministro per la Pubblica Sicurezza cinese dal 2004. Da allora, si sono diffuse voci secondo cui il dirigente politico possa trovarsi in regime di “liuzhi”, una forma di custodia creata per sostituire il famigerato “shanggui“, che non escludeva il ricorso alla tortura dei detenuti.

Minacce

Nell'intervista, Grace ha ricordato anche la telefonata ricevuta pochi giorni dopo avere denunciato la scomparsa del marito, quando è stata contattata, di notte, da un interlocutore che, in cinese, le aveva detto che ci sono due squadre alla sua ricerca in Francia, dove viveva con il marito, che aveva assunto la guida dell'Interpol alla fine del 2016. La telefonata, aveva dichiarato in una precedente intervista, l'aveva terrorizzata. “Sono molto, molto sorpresa. Perché sono un bersaglio?”, ha aggiunto oggi. Grace ha poi parlato dell'impatto che la vicenda ha avuto sulla sua famiglia. “Ho detto loro”, ha proseguito riferendosi suoi figli, con la voce rotta dal pianto, “che il papà è in un lungo viaggio di lavoro“.

Sotto protezione

Grace Meng vive oggi sotto protezione della polizia francese, ma neppure questo sembra rassicurarla. La vicenda di Meng Hongwei e la telefonata nel cuore della notte alla moglie, sono state minimizzate dal ministero degli Esteri di Pechino, nei giorni scorsi, che tramite il portavoce Lu Kang, ha aperto alla possibilità di una chiamata proveniente da autorità consolari, ma le spiegazioni ufficiali non sono state sufficienti a evitare di appannare l'immagine della Cina a livello internazionale: la stessa interpol, da cui Meng ha rassegnato le dimissioni con effetto immediato il 7 ottobre scorso, si è detta sorpresa. Il presidente a interim dell'organizzazione di cooperazione internazionale di polizia, il sud-coreano Kim Jong-yang, si è detto “rammaricato” per quanto accaduto a Meng e per il fatto che l'organizzazione non fosse stata avvisata in anticipo delle indagini nei confronti del presidente.