Eurodeputati Tory contrari, la critica dei Lab

Non è ancora uscita dall'Europa la Gran Bretagna e, di conseguenza, gli scenari sul continente continuano a interessare la politica del mondo anglosassone. Tema caldo, perlomeno in casa Labour, è quello dell'Ungheria, protagonista di una settimana turbolenta e definita “reazionaria” dal ministro del governo ombra Jon Trickett. L'affondo dell'opposizione non si è incentrato su una critica verso il governo magiaro, quanto piuttosto su una condanna all'atteggiamento “passivo” di Theresa May che, invece di condannare Orban, continua a mantenere buoni rapporti con lui. La rappresentanza Tory all'Europarlamento, infatti, si è espressa in modo sfavorevole nei confronti della mozione che voleva imoprre sanzioni a Budapest, approvata un paio di giorni fa a Strasburgo.

La replica

Durante un'intervista alla Bbc, il ministro dell'Ambiente Michael Glove, del partito della premier, ha fermamente negato che il voto britannico rappresentasse una forma di sostegno a Orban, quanto piuttosto un segnale che conferma “l'ormai consolidato atteggiamento di rifiuto a ogni interferenza del Parlamento europeo nella democrazia interna dei singoli Stati”. Il che, tradotto, significherebbe un'ulteriore divergenza fra il Regno Unito e quella che, a breve, dovrebbe diventare la sua ex Comunità. Rispedita al mittente, dunque, la frecciata del ministro ombra. Anzi, Glove ha rincarato la dose, affermando che anzi “è un principio di vecchia data il fatto che un certo numero di deputati, di diversi Paesi e di diverse partiti, non ritengano giusto che il Parlamento europeo debba interferire o censurare la democrazia interna di un determinato Paese”.

Europeisti in piazza a Budapest

Nel frattempo, in Ungheria è stata una giornata piuttosto movimentata. Migliaia di persone, infatti, sono scese in piazza per protestare contro il governo Orban, a sostegno del voto dell'Europarlamento in merito alla violazione dello stato di diritto e al grido di “Ungheria europeista”. Le strade della capitale magiara sono state invase dai manifestanti, chiamati in strada dalle tre formazioni di sinistra i cui rappresentanti a Strasburgo hanno votato a favore del rapporto Sargentini e, per questo, ora identificati come traditori: “L'Europa è stata al nostro fianco, ora tocca a noi – hanno dichiarato gli organizzatori della manifestazione sulla loro pagina Facebook -. Orban e il suo partito Fidesz hanno perso in Parlamento europeo e l'Ungheria ha vinto”.