Erdogan si inserisce nella crisi libica

La Turchia si inserisce nel già complicato scacchiere geopolitico che ruota intorno alla Libia. Dietro questa decisione ci sarebbero le riserve di idrocarburi del Mediterraneo. Nel Paese diviso in due tra il presidente Al Serraj a Tripoli e il generale Haftar a Bengasi, si affaccia ora il leader turco Erdogan annunciando due diverse intese con il governo di Al Serraj. 

“Daremo un'ulteriore accelerazione al processo turco-libico. Se ci sarà bisogno, abbiamo detto che siamo pronti a dare il nostro supporto in qualsiasi momento”. Lo ha detto il presidente Erdogan, ribadendo ai reporter a margine del Forum mondiale sui rifugiati a Ginevra che Ankara è disponibile a inviare truppe a sostegno del governo di accordo nazionale di Tripoli guidato da contro il sedicente esercito nazionale libico di Haftar. Erdogan ha poi aggiunto che nella sua telefonata di ieri con Vladimir Putin sono stati concordati colloqui nei prossimi giorni con l'invio di una delegazione in Russia per discutere di Libia, dove Mosca sostiene Haftar, e Siria.

Il presidente turco rilancia anche nei confronti degli Stati Uniti e dice: “Pronti a chiudere le basi in Turchia” e aggiunge, criticando Washington per le minacce di sanzioni: “sappiamo bene quando agire con moderazione e quando essere determinati”.