Egitto: l’Isis minaccia nuovi attentati contro la comunità copta

In un videomessaggio l’Isis ha minacciato altri attentati contro i copti, la numerosa comunità cristiana in Egitto che appoggia il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. La branca egiziana del Califfato ha diffuso una clip che mostra gli effetti dell’attentato kamikaze che ha colpito una chiesa copta al Cairo in dicembre causando 27 morti e 48 feriti nel più sanguinoso attacco mai portato alla comunità cristiana in Egitto o comunque peggiore anche di quello della notte di San Silvestro del 2010 che fece 23 vittime.

Come riferisce l’agenzia Ap, la voce di sottofondo definisce i copti la “preda favorita” del sedicente Stato islamico e l’attentato di due mesi fa “solo l’inizio” della persecuzione contro questi “infedeli”: un jihadista che impugna un mitra Ak-47 afferma che “Dio ha ordinato di uccidere ogni infedele”. Il video mostra un uomo, chiamato Abu Abdullah al-Masri, presentandolo come il kamikaze che si fece esplodere l’11 dicembre alla chiesa copto-ortodossa di San Pietro e Paolo. E un altro jihadista avverte: “Oh adoratori della croce … i soldati dello Stato vi osservano“.

Con un salto di qualità propagandistica, il video non porta il logo dello “Wilayat Sinai” (Stato del Sinai, come si chiamano i jihadisti dell’Isis) ma uno con la scritta “Egitto” evocando l’obiettivo della conquista non solo della penisola ma dell’intero Paese. I copti sono circa il 10% della popolazione egiziana e la più grande comunità cristiana del Medio Oriente. Oltre a rivendicare l’attentato di dicembre, il Daesh li aveva già colpiti duramente nel febbraio 2015 sgozzando in riva al mare a Sirte, in Libia, 20 immigrati egiziani di fede cristiana. E la minaccia del video sembra essersi già concretizzata: di recente tre copti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco in altrettanti attentati ad Arish, nel Sinai nord-orientale, dove l’Isis conduce da tre anni e mezzo una sanguinosa guerriglia contro le forze armate egiziane.

Grati di aver scampato il rischio di vivere in uno Stato islamizzato dai Fratelli musulmani, i copti in genere appoggiano Sisi. Il presidente ed ex-generale che nel 2013 guidò la rivolta popolar-militare contro il presidente islamista Mohamed Morsi defenestrato quell’anno coglie molte occasioni per esprimere visivamente e concretamente la sua vicinanza ai cristiani partecipando alle messa del Natale copto e facendo una donazione personale per la costruzione non solo di una moschea ma anche di una chiesa nella nuova capitale amministrativa.