Egitto: l’Isis mette nel mirino cristiani, poliziotti e soldati

Cristiani, sedi governative, militari e poliziotti. Sono questi gli obiettivi da colpire indicati da un leader dell’Isis in Egitto. E’ quanto scrive il settimanale Al Naba evitando di fare il nome del leader jihadista. La domenica delle Palme un duplice attentato kamikze sferrato dall’Is contro le chiese di Alessandria e Tanta hanno causato la morte di almeno 45 persone. ”Vi avvertiamo di stare lontani dalle riunioni dei cristiani, così come dai raduni dell’esercito e della polizia, e dalle aree dove ci sono strutture politiche di governo”, ha detto il leader del Califfato nell’intervista anonima rilasciata ad Al Naba.

Nonostante la recente visita di Papa Francesco, quindi, le tensioni, specie nella regione del Sinai, continuano a essere forti. L’Egitto viene dalle due stragi contro la comunità cristiana copta compiute dal Daesh a Tanta (nella chiesa di San Giorgio) e ad Alessandria (nella basilica patriarcale di San Marco) in occasione della Domenica delle Palme. Il bilancio finale è stato di 47 morti e 126 feriti. Il presidente Fatah al Sisi ha assicurato protezione alla minoranza copta e lotta senza quartiere ai terroristi.

La zona maggiormente funestata dall’Isis è quella del Sinai, dove lo scorso febbraio – a seguito di un video nel quale si invitava a colpire gli “infedeli” – due copti, pare e figlio, sono stati uccisi. Entrambi sono stati freddati a colpi d’arma da fuoco e uno dei corpi è stato dato alle fiamme. Nei giorni successivi circa 200 famiglie cristiane sono state costrette a lasciare la regione, per paura di nuovi attacchi da parte del sedicente Stato Islamico. Nella stessa area del Sinai, sempre a febbraio, i jihadisti hanno organizzato posti di blocco per ammonire le donne a non uscire senza il velo integrale, che lascia scoperti solo gli occhi. I terroristi, armati, hanno fermato insegnanti in viaggio in autobus sulle vie tra Al-Arish, Rafah e Sheikh Zuweid. Il governatore locale ha ordinato alle docenti di non andare nelle scuole delle zone a rischio.