Ecco la squadra di Sanchez, sarà un “governo rosa”

Aqualche ora appena dall'annuncio del nuovo esecutivo spagnolo guidato da Pedro Sanchez, è stato diramato dalla stampa iberica quello che dovrebbe essere l'elenco (al momento parziale) dei probabili futuri ministri. E, scorrendo i nomi presenti in lista, appare chiaro che si tratterà di un governo dalle forti tinte rosa: almeno 10 saranno le donne che faranno parte della squadra di Sanchez, la maggior parte delle quali collocate in ministeri chiavi. Anche la vicepremier, stando ai quotidiani spagnoli, sarà una donna: dovrebbe trattarsi di Carmen Calvo che, assieme a questo ruolo, ricoprirà anche quello di ministro dell'Uguaglianza. Dicasteri di spessore anche per Nadia Calvino (all'Economia) e Maria Jesus Montero (alla Finanza), mentre Carmen Monton e Dolores Delgado dovrebbero ricoprire, rispettivamente, le cariche di ministro della Sanità e della Giustizia.

Governo rosa

Non è una novità che nell'esecutivo spagnolo vi sia una forte presenza femminile, a fronte di una tradizione paritaria avviata dal governo Zapatero (2004) la quale, tuttavia, non è stata proseguita (nemmeno sulla linea del 50-50, scatenando non poche polemiche) dal successivo esecutivo guidato da Mariano Rajoy. Il governo Sanchez sembrerebbe dunque orientato a riprendere la linea del suo collega di partito Zapatero, riportando nella squadra dirigente del Paese un'elevata componente rosa. Ma non solo per la presenza di donne potrebbe distinguersi il nuovo governo del segretario del Psoe: il dicastero della Scienza, infatti, dovrebbe essere affidato all'astronauta dell'Esa Pedro Duque, attualmente docente presso la Universidad Politecnica de Madrid e, nel 2003, protagonista di un breve soggiorno presso la Stazione spaziale internazionale.

Polemica su Borrell

Qualche polemica sembra destinata a nascere per la probabile nomina dell'ex presidente dell'Europarlamento Josep Borrell al ministero degli esteri. Già ministro dei Lavori pubblici, Trasporti e Ambiente nei governi di Felipe González che guidò la Spagna per quattro mandati tra il 1982 e il 1996, Borrell è stato alla presidenza del Parlamento di Strasburgo dal 2004 al 2007. La sua nomina sembrerebbe aver provocato qualche dissenso sul fronte indipndentista catalano in quanto Borrell, in occasione del referendum indetto da Puigdemont, si era schierato contro il separatismo della Regione, partecipando peraltro a numerose manifestazioni pro-unità. A tal proposito, il presidente del Parlament, Quim Torra, ha parlato della sua (probabilissima) nomina agli Esteri come di “una pessima notizia”, riferendosi alla sua aperta discordanza col progetto independista nonché alla sua appartenenza al fronte unionista del Partito socialista catalano.