E' durata poco la libertà di Navalny

Di nuovo in manette il leader dell'opposizione russa Aleksei Navalny, arrestato a Mosca poco dopo essere uscito dal carcere. L'attivista aveva appena finito di scontare 30 giorni di detenzione amministrativa, comminatigli perché ritenuto colpevole di aver violato la legge sui raduni di massa, organizzando manifestazioni anti-governative, non autorizzate, lo scorso 28 gennaio, sotto lo slogan “lo sciopero degli elettori“.

Le manifestazioni

Nelle proteste, svoltesi in tutta la Russia, si invitavano i cittadini a boicottare le elezioni presidenziali di marzo, che hanno poi visto la riconferma di Vladimir Putin. Il nuovo arresto, secondo quanto ha riportato su Twitter dal braccio destro di Navalny, Leonid Volkov,è stato motivato più o meno con le stesse accuse del precedente. Volkov ha scritto che l'oppositore è stato portato questa mattina al commissariato di polizia, appena uscito dal carcere e che è stato accusato ai sensi dell'articolo 20.2 parte 4 del codice amministrativo, vale a dire “violazione nell'organizzazione di manifestazioni, che hanno comportato danni per la salute umana e di proprietà, sempre che tali azioni non configurino un reato”.

Il caso

Per Volkov, si tratta di un'accusa “esotica“, finora mai applicata e che potrebbe essere il prologo alla “fabbricazione di un nuovo caso penale” contro Navalny. Secondo quanto riferito dalla portavoce dell'oppositore, Kira Yarmish, il caso verrà preso in esame da un giudice nella mattinata, al tribunale distrettuale di Simonovsky, nella capitale russa. Al momento non è ancora noto l'orario dell'udienza. 
Navalny, 42 anni, ha dichiarato di essere stato incarcerato per impedirgli di guidare, all'inizio di settembre, le proteste conto l'impopolare riforma delle pensioni, proposta dal governo e appoggiata anche da Putin. La misura, che prevede l'aumento dell'età pensionabile, ha causato il primo vero calo di popolarità del presidente in 18 anni di potere.