E' battaglia per il petrolio, negoziati a rischio

Il controllo del più grande campo petrolifero del Paese rischia di far naufragare i piani delle Nazioni Unite per l'organizzazione di una conferenza nazionale libica che dovrebbe portare a elezioni parlamentari e presidenziali e a una nuova Costituzione.

Gli scontri

Sono, infatti, in corso scontri tra forze al governo di Tripoli appoggiato dall'Onu e l'Esercito nazionale libico (Lna) del generale della Cirenaica Khalifa Haftar. Teatro del conflitto è il campo di al-Sharara, a sud di Tripoli, che con una capacità di 315 mila barili di greggio al giorno rappresenta circa un terzo del totale dell'attuale produzione petrolifera libica. Il ricco giacimento è stato, però, chiuso dalla Libyan National Oil Corporation (Noc) a dicembre, dopo che alcune tribù locali armate ne avevano preso il controllo intimando a Tripoli di fare di più per sconfiggere la povertà nella zona. I combattimenti avrebbero provocato anche alcuni morti. La situazione è così esplosiva che la Noc ha lanciato un appello alle parti per evitare un'escalation e ha fatto sapere che non ripristinerà le normali attività ad al-Sharara, finché la sicurezza non tornerà. “Chiediamo alle parti di evitare il conflitto e la politicizzazione di un'infrastruttura cruciale”, ha dichiarato il presidente della compagnia petrolifera, Mustafa Sanalla

 

A gennaio le forze guidate da Haftar avevano lanciato nel sud della Libia un'operazione per combattere “terroristi, criminali e bande armate transfrontaliere“. L'operazione, però, potrebbe portare l'uomo forte della Cirenaica a controllare la maggior parte dei giacimenti del Paese, dopo aver già conquistato importanti terminali petroliferi e pozzi nella Libia orientale. Le forze di Haftar, mercoledì scorso, hanno annunciato di aver preso il controllo di al-Sharara senza combattere, in accordo con le tribù che lo avevano confiscato. La notizia è stata poi smentita da media locali, secondo i quali negli scontri sono state uccise cinque persone e ferite altre 16. La campagna a Sud è stata giustificata da Haftar con l'intenzione di sradicare i terroristi e le milizie dalle aree più remote, diventate rotta dell'immigrazione clandestina dell'Africa. Il generale sostiene anche che nella zona sono attive le forze del Chad che stanno provando a rimuovere il presidente Idriss Deby. Nelle sue operazioni a Sud, Haftar è stato aiutato domenica dall'aviazione francese, come ricorda il Guardian. Parigi ha confermato che i suoi jet hanno bombardato una colonna di ribelli dopo che avevano sconfinato in Chad dalla Libia, fuggendo dall'offensiva dell'Lna. Il ministero degli Esteri francese ha spiegato che l'operazione di Haftar ha “eliminato obiettivi terroristici” ed è stata un modo per “ostacolare in modo duraturo le attività dei trafficanti di esseri umani”.