“DISPIACIUTO DI NON ESSERCI”, NESSUN CASO TRA RE SALMAN E OBAMA

Nessun caso diplomatico tra Usa e Arabia Saudita nonostante l’assenza di re Salman al vertice di Camp David tra Stati Uniti e i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg). Il sovrano ha telefonato personalmente al presidente Barack Obama e si è detto dispiaciuto di “poter essere a Washington” e poi al summit. Lo ha annunciato un comunicato della Casa Bianca, spiegando che il monarca ha confermato che al suo posto ci saranno il principe della corona, Mohammed bin Nayef, e il suo vice, Mohammed bin Salman. Nel corso della telefonata, Obama e Salman hanno rivisto l’agenda degli appuntamenti dei prossimi giorni e si sono accordati sulla necessità di collaborare, insieme ai paesi del Ccg, per costruire una “capacità collettiva per far fronte in modo più efficace alle minacce con cui si confronta la regione e per risolvere i conflitti regionali”.

Secondo il comunicato, le due parti hanno anche discusso “dell’importanza di un accordo ampio tra il gruppo 5+1 e l’Iran che assicuri la natura esclusivamente pacifica del programma nucleare iraniano”. Obama ha infine dato il suo benvenuto all’annuncio di una tregua umanitaria in Yemen, a partire da oggi. Il presidente americano incontrerà i leader del Ccg alla Casa Bianca domani, prima di trasferirsi con loro a Camp David, nel Maryland. Ieri la notizia dell’assenza di re Salman dal vertice aveva fatto discutere, perché vista come uno ‘schiaffo’ del monarca a Obama, dovuto proprio ai colloqui con il rivale storico, l’Iran.

In una conference call con Colin Kahl, consigliere per la Sicurezza nazionale del vice presidente Joe Biden, e con Rob Malley, coordinatore per il Medio Oriente del Consiglio per la Sicurezza nazionale, Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale, ha affrontato il tema dell’assenza di re Salam e di altri leader regionali al vertice di Camp David, assicurando che ci saranno “le persone giuste con cui discutere” dei temi regionali. La presenza del principe della corona saudita e del suo vice è, secondo Rhodes, un’opportunità “unica”. “So che si è parlato molto di questo – ha detto – ma la questione è che ci saranno gli interlocutori con cui noi lavoriamo quotidianamente su questi temi. Riteniamo che intorno al tavolo ci sarà il gruppo giusto di persone con cui avere una discussione molto concreta. Sono le persone responsabili della sicurezza, sono persone molto note negli Stati Uniti. Non è per niente insolito per alcuni di questi capi di stato non viaggiare all’estero per incontri di questa natura, ma farsi rappresentare da altri”.

Rhodes si è quindi detto “soddisfatto dal livello della partecipazione”. Sui rapporti con l’Arabia Saudita, Rhodes ha parlato di interessi “condivisi” da decenni e ha ricordato la partecipazione di Riad e degli altri paesi del Golfo alla coalizione contro il sedicente Stato islamico (Is), che è “un passo nuovo per loro”. Ma ha poi ammesso “divergenze occasionali” negli ultimi anni, accennando alla “preoccupazione saudita per la nostra politica in Iraq sotto il precedente governo”, alla “incapacità per l’Arabia Saudita di lavorare con il governo Maliki” e ai “disaccordi con questa amministrazione e la precedente su certe politiche e sviluppi nel Medio Oriente”. Ma sulle “questioni chiave – ha assicurato – continuiamo ad avere una visione comune sugli obiettivi da raggiungere”.