Damasco: il blitz turco in Siria per noi “è una dichiarazione di guerra”

L’incursione dell’esercito turco nel nord della Siria per evacuare il mausoleo  di Suleyman Shah, il nonno del fondatore dell’impero ottomano Osman Gazi, e i 38 soldati turchi che lo difendevano, circondati dai miliziani dell’Isis, è un atto che Damasco non lascerà correre senza una risposta “strategica”. A parlare è il ministro siriano della Riconciliazione nazionale, Ali Haidar, in un’intervista esclusiva al sito di Rudaw, sottolineando che il blitz di Ankara è “una flagrante aggressione contro il territorio siriano”. Un intervento che svela “il vero volto e gli obiettivi ostili che la Turchia ha rispetto la Siria”, ha spiegato il diplomatico di Damasco.

Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha confermato in conferenza stampa quanto avvenuto, sottolineando che non ha chiesto a Damasco il permesso di entrare in azione, poiché considera il territorio della tomba suolo turco. La vicenda nasconde misteriose dinamiche che non possono essere sottovalutate. In primis bisogna dire che i tank turchi sono passati attraverso Kobane, la città simbolo che ha resistito alle forze dell’Isis. Dubii anche  riguardo il fatto che non vi siano stati combattimenti con i jihadisti che circondano il mausoleo. Un dettaglio che porta a pensare ad un precedente accordo tra turchi e il gruppo di terroristi.

Haidar ha accusato Ankara di assistere i militanti dello Stato Islamico affermando che “ora è noto a tutti il ruolo della Turchia nell’aiutare l’Is  che oggi  rappresenta non solo una minaccia per la Siria e l’Iraq, ma per il mondo interno”. All’azione turca seguirà ”una reazione della Siria che non sarà diretta, ma strategica”.