Dall'incertezza strisciante alla quasi certezza della sua assenza: Khalifa Haftar molto probabilmente non sarà a Palermo. Il generale libico già nei giorni scorsi aveva fatto trapelare la sua intenzione di non far parte del summit previsto a Palermo il 12 e 13 novembre, durante il quale si discuterà del futuro del Paese dal punto di vista della stabilità politica, propedeutico a una riflessione anche sul tema dell'immigrazione. Di tale discussione, però, a quanto pare non sarà partecipe il leader dell'Esercito, le cui fonti parlano all'Ansa di una rinuncia legata “alla presenza di rappresentanti del Qatar e di un gruppo legato ad Al Qaida”. Tuttavia, anche nelle scorse Haftar aveva fatto circolare la notizia del suo scetticismo sul vertice non solo in merito ai partecipanti ma anche ai contenuti.
La posizione di Sarraj
Nel frattempo, il leader del Governo di Accordo nazionale, Fayez al-Sarraj, ha ultimato il suo percorso di avvicinamento al summit, compiuto in toni diamatralmente opposti a quelli del “rivale”. Anzi, tramite il suo portavoce, Mohamed el-Sallak, ha fatto sapere all'Ansa di “apprezzare grandemente lo sforzo italiano di contribuire a migliorare il processo politico”, spiegando di essere “ansioso di partecipare a un fruttuoso incontro con tutte le controparti libiche e i rappresentanti della comunità internazionale che conduca a risultati positivi”. Nei giorni scorsi, il presidente libico si è intrattenuto in un bilaterale con il presidente turco Erdogan a Istanbul, durante il quale si è discusso perlopiù di partnership economica, con l'alleanza rinsaldata dalla stretta di mano fra i due leader e dalla promessa di Erdogan di riportare le aziende turche sul territorio libico, in un'ottica di rafforzamento dell'economia e della forza lavoro.
Pochi leader
Intanto, Palermo si prepara ad accogliere i leader allestendo le prime misure di sicurezza, mentre il governo italiano continua la sua opera di mediazione affinché il vertice non si risolva con un nulla di fatto. Risale a ieri la telefonata del premier Giuseppe Conte al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il quale ha confermato l'intenzione dell'Egitto di sostenere “tutti gli sforzi in favore di una soluzione politica della crisi libica conformemente ai principi e alla posizione egiziana che tiene all'integrità territoriale della Libia”. In sostanza, la buona volontà sembra esserci anche se, qualora anche Haftar decidesse di non presentarsi, il summit si rivelerebbe poco partecipato a livello di leader. Scoperto, in particolare, il fronte dei Paesi occidentali con la sola Francia ad aver delegato un rappresentante, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian.