Critiche a Netanyahu, Theresa May bacchetta John Kerry: “Parole non appropriate”

La Gran Bretagna prende le distanze dagli Stati Uniti su Israele. La premier britannica, Theresa May, tramite un suo portavoce, ha criticato l’attacco del segretario di Stato Usa John Kerry al governo di Benjamin Netanyahu, in particolare sulle colonie ebraiche.

Il primo ministro del Regno Unito, forse piccata per le rivelazioni sul ruolo chiave del suo Paese nel far passare la recente risoluzione Onu di condanna degli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme est, ha bacchettato Kerry per aver allargato la polemica alla composizione di “estrema destra” dell’esecutivo israeliano. Come sottolinea il Guardian, la linea scelta dalla May è volta anche a costruire una sintonia con la nuova amministrazione della Casa Bianca guidata dal presidente eletto Donald Trump, che ha espresso il suo sostegno a Netanyahu.

Gli Usa si sono detti “sorpresi” dalla presa di distanza britannica. Un altro segnale, secondo gli analisti, di come potrebbero cambiare i rapporti tra Washington e Londra dopo l’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, che aveva criticato l’amministrazione Obama per la sua decisione di astenersi all’Onu sulle nuove colonie ebraiche.

“Siamo sorpresi dalle dichiarazioni dell’ufficio del primo ministro britannico dato che le osservazioni del segretario Kerry, che hanno coperto l’intero spettro delle minacce alla soluzione dei due stati, incluso il terrorismo, la violenza, l’istigazione e gli insediamenti, sono in linea con la politica britannica di lunga data e il suo voto alle Nazioni Unite la scorsa settimana”, ha sottolineato il dipartimento di Stato Usa, ringraziando invece per il sostegno dato a Kerry da vari Paesi (tra cui Germania, Francia, Canada, Giordania, Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi). In particolare Downing Street aveva sostenuto che la descrizione dell’amministrazione israeliana come “la più di destra nella storia” non e’ “appropriata” dato che il premier Netanyahu guida il governo democraticamente eletto di un Paese alleato. Inoltre, pur definendo illegali i nuovi insediamenti israeliani, Londra aveva sottolineato che è necessario un approccio più ampio per incoraggiare il processo di pace.