CRISI DELLA BORSA IN CINA: ALTO DIRIGENTE ARRESTATO PER “GRAVI VIOLAZIONI DISCIPLINARI”

Continuano le indagini delle autorità cinesi per i crolli delle borse e questa volta hanno toccato anche i vertici della Consob cinese, la China Securities Regulatory Commission (Csrc), che nelle scorse ore ha visto uno dei suoi più alti dirigenti indagato per “gravi violazioni disciplinari”, la formula che generalmente cela l’accusa di corruzione. A finire nel mirino degli ispettori della Commissione Disciplinare è Zhang Yujun, il dirigente della Csrc incaricato della supervisione della agenzie di brokeraggio, le prime a finire nel mirino delle indagini, già a luglio scorso, per le pratiche considerate illegali di manipolazione del mercato e di vendita di azioni allo scoperto.
Il dirigente sarebbe stato tra i promotori del margin trading, uno dei meccanismi di finanziamento per l’acquisto di azioni responsabili dei crolli della scorsa estate. Zhang ha ricoperto in precedenza cariche di primo piano nella finanza cinese: dal 2000 al 2008 era stato al vertice della Borsa di Shenzhen, prima di diventare presidente della Borsa di Shanghai, carica che ha occupato fino al 2012, quando è entrato nella Csrc.

Le indagini sulle attività ritenute manipolatorie del mercato azionario hanno subito un’accelerazione negli ultimi giorni. Martedì scorso erano finiti indagati per insider trading e diffusione di informazioni riservate quattro dirigenti di uno dei maggiori broker coinvolti nell’operazione di salvataggio dei mercati a luglio, scorso, Citic Securities. Tra gli indagati, c’è anche il presidente, Chen Boming.

Nelle scorse settimane, le autorità di Pechino aveva dato l’ordine di arrestare 197 tra blogger, banchieri, giornalisti, colpevoli di aver diffuso voci false sul recente crollo della borsa e della devastante esplosione di Tianjin. Nel dare la notizia della massiccia ondati di arresti, l’agenzia Nuova Cina ha specificato nomi e pene inflitte ai colpevoli.