Crisi coreana, Seul: “Kim a un passo dal missile intercontinentale”

L’Assemblea generale dell’Onu è pronta a discuterne, ponendola al centro del dibattito che inizierà oggi a New York, ma la Corea del Nord continua a muoversi all’interno dei suoi serrati confini, ormai in procinto di testare il missile balistico intercontinentale minacciato nell’ormai famigerato e inquietante discorso di capodanno del dittatore Kim Jong-Un, l’Icbm. Questo, almeno, quanto sostenuto dal Ministero della Difesa di Seul che, come riportato dall’agenzia locale “Yonhap”, ha avanzato la concreta possibilità che i tecnici nordcoreani siano ormai prossimi alla messa a punto della supertestata in grado di trasportare uno ordigno nucleare al di là dell’Atlantico.

L’allarme di Seul

Un avviso da tenere in considerazione con le porte del Palazzo di vetro aperte per ospitare l’Assemblea delle Nazioni Unite che, non più tardi di qualche giorno fa, hanno addossato al regime di Kim le sanzioni più dure fra quelle messe in atto finora. Secondo Seul, addirittura, i vicini del Nord potrebbero decidere di effettuare un nuovo test atomico (sarebbe il settimo) e “preparare il terreno” all’Icbm effettuando quelle che dalla capitale sudcoreana chiamano “provocazioni addizionali strategiche”, ossia lanci di missili in serie. A questo punto, il congresso dell’Onu giocherà un ruolo fondamentale per cercare di capire come e quanto possa essere possibile contenere gli eccessi di Pyongyang entro i limiti della diplomazia, come invocato più volte (perlopiù in fase elettorale) dal presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in. Questo anche se, negli ultimi tempi, sembra essere stata proprio Seul la prima a ritenere poco praticabile questa strada.

Opzioni e operazioni militari

A conferma dell’alta tensione nel Pacifico orientale, arriva la notizia di manovre congiunte fra Washington e la stessa Seul, con l’invio di una portaerei yankee (con relativo gruppo di attacco e possibile mobilitazione dei B-1B di stanza a Guam) a incrociare al largo della penisola coreana con la prospettiva, come precisato dal Ministero della Difesa del Sud, di un’esercitazione di allerta sul rischio missilistico che verrà messa in atto per i primi di ottobre da States, Corea del Sud e Giappone. Del resto, lo stesso premier nipponico, Shinzo Abe, aveva avvertito che il Paese avrebbe reagito alle provocazioni di Kim il quale, nei suoi lanci, ha più volte sfiorato l’arcipelago provocando agitazione e allarmi. Nel Palazzo di vetro si discuterà di altri caldi dossier (Siria e Venezuela su tutti) ma l’attesa per il confronto tra Trump e Moon resta sicuramente il punto focale. Con lo sfondo delle opzioni militari già ventilate dal capo del Pentagono, James Mattis. Nel frattempo, in una sorta di monito alla Nord Corea, l’agenzia “Yonhap” ha riportato di un bombardamento simulato da quattro jet americani F-35B invisibili e 2 bombardieri strategici B-1B nei cieli sudcoreani.