Concessa la libertà provvisoria all'ex terrorista rosso Battisti

L'aveva proclamato ai quattro venti di sentirsi protetto dall'asilo concessogli dall'ex presidente del Brasile Lula. E a quanto sembra l'ex terrorista di sinistra, mai pentito, Cesare Battisti ne aveva tutte le ragioni. Mentre infatti l'Italia preme per la sua estradizione, visto che deve scontare quattro ergastoli per altrettanti omicidi, un giudice brasiliano gli ha concesso la libertà provvisoria. Dopo l'arresto Battisti aveva ripresentato domanda d'urgenza ai giudici per l'”habeas corpus“, ovvero per esser portato dinanzi a un giudice che esaminasse il suo caso di fronte al pericolo di estradizione.

La decisione del giudice

La difesa di Battisti confida che sia liberato gia' nelle prossime ore. I legali dell'ex terrorista dei Pac, i Proletari Armati per il comunismo, latitante da 36 anni, avevano chiesto con urgenza che potesse comparire davanti al Tribunale regionale federale di San Paolo. La richiesta faceva seguito al ricorso alla Corte suprema federale brasiliana per il pericolo di estradizione in Italia che avevano già presentato prima che fosse fermato giovedì a Corumbà, nel Mato Grosso do Sul, mentre tentava la fuga in Bolivia. La domanda di “habeas corpus” era finalizzata ad affrettare i tempi per ottenere un giudizio da parte dei giudici della Corte ed evitare una estradizione “imminente”. Sono stati i suoi avvocati, Igor Sant'Anna Tamasauskas e Otavio Mazieiro, a renderlo noto: “C'è stata la concessione della misura di tutela della libertà personale dell'habeas corpus, richiesto nel tribunale regionale della Terza regione, che ha determinato l'immediata liberazione di Battisti”. Il magistrato, Josè Lunardell, gli ha concesso la libertà in cambio della sua “presenza periodica in commissariato per rendere conto delle sue attività” e gli ha proibito di assentarsi dalla regione in cui vive, San Paolo.

Il piano per l'estradizione

Ma le autorità brasiliane sembrano ormai intenzionate a liberarsi di quella che sta diventando una presenza scomoda e avrebbero un piano per l'estradizione. Probabilmente è anche questo il motivo per cui Battisti, fiutata l'aria, si apprestava a lasciare il Paese che ne ha protetto la latitanza dorata per tanti anni. La notizia che il presidente brasiliano, Michel Temer, sta valutando la possibile estradizione dell'ex terrorista rosso è stata resa nota da una fonte del governo. Le agenzie riportano che una fonte di Palazzo Planalto, che ha chiesto di restare anonima, ha rivelato che “il presidente sta aspettando la documentazione da parte del ministero della Giustizia e del ministero degli Esteri per prendere una decisione”. Temer sarebbe favorevole all'estradizione, ma attende anche il parere legale dell'ufficio giuridico della presidenza per annunciare la sua posizione: il governo non vuole incappare in scivoloni giuridici perché, anche tra coloro che sostengono l'estradizione, c'è chi ritiene che la questione possa poi essere impugnata dinanzi alla Corte Suprema Federale. Anche se non c'è alcuna scadenza, Temer sarebbe stato consigliato di annunciare la sua decisione il prima possibile. Una delle possibilità per l'estradizione è che l'Italia si impegni ad applicare la pena massima prevista in Brasile per i reati per i quali è stato condannato Battisti, ovvero 30 anni di carcere.