Commissione Ue, sfida Merkel-Macron

E'ancora tutto fermo sulle nomine nelle posizioni chiave dell'Unione che verrà, con la cena a Bruxelles fra i leader che, in sostanza, non sortisce alcune effetto. Anzi, a parte le due donne ai vertici istituzioni auspicate da Tusk, al momento non vi sono ulteriori indicazioni su chi andrà a ricoprire cosa. Ora un momento di stacco, poi via alle consultazioni telefoniche, con la speranza che siano più produttive dell'incontro di persona, valido quasi esclusivamente per rimarcare divergenze e preferenze, con l'obiettivo di chiudere tutto il 20 del prossimo mese che, ora come ora, appare quasi una chimera. Il ruolo di spartiacque lo stanno giocando Francia e Germania, con Macron e Merkel in disaccordo su chi dovrà essere a ricoprire gli uffici chiave, con particolari increspature sull'agitato mare europeo quando la cnacelliera tedesca ha fatto il nome di Manfrede Weber, candidato del centrodestra, per la presidenza della Commissione europea.

Posizioni chiave

Al nominativo di Weber da Macron è arrivato in risposta quasi il silenzio. E la Commissione, peraltro, è solo una parte della top 5 di istituzioni europee (oltre alla Commissione, il Consiglio europeo, la Banca centrale, il Parlamento e l'Alto rappresentante) che richiedono una nuova leadership, tutte da decretare in un contesto complesso, in cui i blocchi centristi hanno perso terreno, vedendosi costretti a dover stringere un'alleanza con i Verdi e anche coi liberali. C'è poi il tema Brexit da non sottovalutare: Theresa May ai colloqui ha partecipato ma, come assicurato da Tusk, del Regno Unito e della sua uscita dall'Unione europea non si è parlato, anche se resta argomento caldo e che, più avanti, andrà inevitabilmente toccato (e che potrebbe avere un peso non indifferente).

Tempi lunghi

Dai giochi, almeno per il momento, resta fuori l'Italia, Paese che lascia, con l'uscente legislatura, ben tre ruoli di vertice (Draghi alla Bce, Tajani all'Europarlamento e Mogherini agli Esteri e alla Sicurezza comune). Non che Conte non abbia provato ad avanzare una proposta a Juncker ma, a bocce ancora ferme, il nostro Paese parte indietro: la partita, infatti, se la stanno giocando Merkel e Macron, con il presidente francese che tiene alla nomina di un francese al posto di Juncker, di fatto ponendo il veto su Weber affermando che, a quel ruolo, serve “una personalità eminente a livello Ue e con esperienza nel proprio Paese”. A Weber di requisito manca il secondo. E allora si iniziano a valutare altri nomi (il premier olandese Rutte ad esempio), con la cancelliera tedesca che, stando a quanto fatto filtrare, potrebbe essere disponibile al compromesso. Ma la sensazione è che la sfida del totonomine potrebbe comunque richiedere più tempo del previsto.