“Colpito jet israeliano”, Tel Aviv smentisce

E' giallo sul presunto abbattimento di un jet israeliano da parte della contraerea di Damasco a seguito di un raid condotto in territorio siriano. La notizia, diffusa dal regime di Assad, è stata smentita da parte di Tel Aviv, che non ha confermato il bombardamento. 

Smentita

“Le notizie su un aereo appartenente all'esercito israeliano colpito dai sistemi di difesa siriana sono false“, ha riferito il portavoce delle Forze armate dello Stato ebraico in una nota. Ieri sera, l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana aveva affermato che la difesa antiaerea di Damasco era entrata in azione ad Al Kasua, circa 20 chilometri a sud della capitale per rispondere ad alcuni raid.

Il presunto raid

Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, Israele avrebbe bombardato le forze filo-iraniane, colpendo anche alcuni depositi di armi. Non è noto se questi attacchi abbiano provocato vittime. Le forze armate di Tel Aviv hanno confermato che un missile o un proiettile di artiglieria siriano ha colpito un'area desertica sulle alture del Golan, ma non è chiaro se sia caduto nel territorio occupato da Israele o in quello controllato da Damasco.

Precedenti

A settembre, le forze armate israeliane avevano affermato di aver effettuato almeno 200 attacchi aerei in Siria negli ultimi due anni, con circa 800 tra missili e bombe. Secondo diversi media arabi, tra agosto e settembre, i raid israeliani in Siria hanno ucciso almeno 113 militari e combattenti filo-iraniani. Nella notte tra il 17 e il 18 settembre, un velivolo militare russo Il-20 fu abbattuto al largo delle coste siriane durante un raid aereo israeliano portato a termine da quattro F-16 che bombardavano un carico di armi diretto a Hezbollah nella provincia nord-occidentale di Latakia. Per il Cremlino, l'incidente fu il frutto di una serie di atti “premeditati” dei piloti israeliani, che avrebbero usato il velivolo come scudo per pararsi dai radar siriani; mentre lo Stato ebraico attribuì la colpa alla contraerea di Damasco che aveva sparato raffiche “indiscriminate” di missili per 40 minuti dopo l'attacco aereo degli F-16, provocando così l'abbattimento del velivolo russo.