Chiesto l'arresto di Cesare Battisti

Pericolo di fuga”. Con questa motivazione il Supremo tribunale federale del Brasile (Stf) ha ordinato l'arresto di Cesare Battisti, ex terrorista italiano sul quale, ormai da anni, pende una richiesta di estradizione da parte del governo del nostro Paese. La decisione è stata presa dal magistrato Luis Fux, su richiesta della procuratrice generale Raquel Dodge, la quale aveva parlato di una misura per “evitare il rischio di fuga e assicurare una eventuale estradizione”. Una richiesta di arresto che, secondo la Tv Globo, è immediatamente esecutiva anche se il legale di Battisti non ha per il momento commentato quanto stabilito dal Tribunale: “Non ho avuto accesso alla decisione del giudice – ha detto all'Ansa -. L'ho saputo dai media, non posso commentare”. Una mossa, quella dei giudici, che si inserisce nel contesto generale della vicenda che ha sempre visto il Stf favorevole all'estradizione, a fronte di una residenza permanente in Brasile (dove si trova dal 2009) che a Battisti era stata concessa da Lula quasi al termine del suo mandato.

In attesa

Alla finestra il governo italiano. “Il Supremo Tribunale federale brasiliano ha ordinato l'arresto di Cesare Battisti – ha commentato su twitter il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede -. Sono state accolte le nostre richieste di rigettare il suo reclamo. E' ciò per cui il ministero della Giustizia sta lavorando da tempo. Ma saremo soddisfatti solo quando Battisti sarà estradato in Italia“. Per Giorgia Meloni il vento nei confronti dell'ex terrorista è cambiato dopo l'arrivo di Bolsonero. “In Brasile – ha scritto su Facebook – si apre finalmente una falla nella rete dell'internazionale radical chic che per decenni ha protetto il terrorista rosso Cesare Battisti. Speriamo che la sua estradizione sia confermata presto, qui le patrie galere lo aspettano a braccia aperte”. 

La questione Battisti

Il 6 novembre scorso, lo stesso giudice Fux aveva chiesto l'esame della sua relazione sul caso Battisti al Stf, il quale è chiamato a decidere se può esservi la possibilità di modificare una decisione presa durante una precedente amministrazione, anche perché il neoeletto presidente Jair Bolsonaro ha più volte ribadito di essere favorevole all'estradizione, visto come “un piccolo regalo” all'Italia. E' altamente probabile che i legali dell'ex terrorista inoltreranno un ricorso ma, anche nel caso questo venisse accolto, Battisti dovrà attendere tale decisione in carcere. Non è la prima volta che si procede al suo arresto in Brasile: nell'ottobre dello scorso anno era stato tratto in arresto a Corumbà, nel Mato Grosso meridionale, sorpreso a varcare il confine con la Bolivia assieme, secondo quanto avanzato dall'accusa, 6 mila dollari e 1.300 euro non dichiarati, incappando (nonostante il pressoché immediato rilascio) in un'ipotesi di reato di esportazione illegale di valuta.