Chiedevano la liberazione di Sentsov: due Pussy Riot arrestate e poi rilasciate in Siberia

Due ragazze della band Pussy Riot sono state fermate e poi rilasciate dalla polizia russa a Iakutsk, in Siberia nordorientale, per aver organizzato una manifestazione non autorizzata. Si tratta di Maria Aliokhina e Olga Borisova. Nella giornata di domenica, indossando i passamontagna colorati ormai diventati il loro simbolo, avevano chiesto la liberazione del regista ucraino Oleg Sentsov mostrando su un ponte di fronte al carcere in cui è rinchiuso un grande striscione con la scritta “Free Sentsov” in rosso e accendendo un fumogeno rosso e uno blu. La stessa Aliokhina aveva fatto sapere a Mediazona di essere stata portata in caserma assieme all’amica.

A dare comunicazione della liberazione, dopo alcune ore, è stata Borisova, con un post su Facebook. “Alla fine l’udienza è stata rimandata per poter correggere gli errori. E noi siamo state rilasciate”, ha scritto. Secondo l’agenzia Interfax, il tribunale di Iakutsk non ha inflitto una condanna amministrativa alle due Pussy Riot e “il giudice ha deciso di rimandare i documenti alla polizia per correggere gli errori”. Aliokhina e un’altra componente della band, Nadezhda Tolokonnikova, hanno passato due anni dietro le sbarre per una “preghiera sacrilega” contro “zar” Vladimir (Putin ndr) nella Cattedrale di Cristo Salvatore nel 2012.

Sentsov è stato condannato in Russia a 20 anni di reclusione in un controverso processo che lo ha visto accusato di aver cercato di organizzare “atti di terrorismo” nella sua Crimea un paio di mesi dopo l’annessione della penisola da parte di Mosca. Kiev lo considera “prigioniero politico” delle autorità russe. La sua vicenda ha scosso il mondo del cinema e ha visto registi di fama mondiale come Pedro Almodovar, Mike Leigh e Stephen Daldry, ma anche Nikita Mikhalkov – pur considerato vicino al Cremlino – prendere le difese del collega ucraino.