Charles Manson in fin di vita

Charles Manson, il guru di una delle più spietate sette americane, sarebbe in fin di vita. Lo riporta il sito Tmz, lo stesso che in passato diede per primo la notizia della morte di Micheal Jackson. Sul finire degli anni 60 Manson è stato il capo indiscusso della “Manson Family“, gruppo criminale responsabile di numerosi omicidi rituali.

Il massacro di Cielo Drive

Tra questi la strage di Cielo Drive, Los Angeles, consumata all'interno della villa di Roman Polanski, nella quale furono uccise in modo efferato 5 persone, fra cui Sharon Tate, moglie del regista incinta di 8 mesi. Un delitto efferato rimasto impresso nella storia della cronaca nera americana, di cui il guru fu organizzatore ma non esecutore, secondo gli atti processuali. E che venne firmato in modo macabro. Con il sangue di Tate, sulla porta della villa, Susan Atkins (uno dei membri della “Famiglia”) scrisse “Pig” (“Maiale”), mentre sullo specchio di uno dei bagni fu ritrovato il monito “Helter Skelter“, espressione gergale inglese che riprendeva il titolo di una canzone dei Beatles, il cui significato (“confusione”) veniva interpretato da Manson come “arrivo del caos” e “fine del mondo“. 

La Famiglia

Del resto Manson, dotato di inconsuete capacità di adescamento e di condizionamento nei confronti delle menti più fragili, sin dalle prime esperienze carcerarie si era mostrato interessato alla manipolazione psicologica, oltre che alla necromanzia, alla magia nera, all'esoterismo, alla motivazione subliminale e alle tecniche di ipnosi. Un inquietante bagaglio culturale che, dopo il rilascio, gli consentì di riunire attorno a se una decina di adepti, attratti dal suo carisma oscuro e dall'arte oratoria. Questo gruppo costituì lo zoccolo duro della Manson Family, trasformatasi in breve tempo in una setta criminale. Imbevuta dal senso di profonda frustrazione del suo leader, musicista fallito cui numerosi produttori avevano sbattuto la porta in faccia, la Famiglia passò in breve tempo dai piccoli delitti agli omicidi.

Le vittime

Nel mirino di Manson finivano spesso persone ricche e famose, forse considerate responsabili del suo insuccesso come rockstar. Tra le vittime illustri si contano anche Leno LaBianca e sua moglie Rosemary, colpiti da più di quaranta colpi di forchetta alla testa. Un'ulteriore vittima fu un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family finendo, poi, per cacciarli. L'ultimo assassinio attribuito a “The Family” fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea “colpevole” di aver sposato una donna nera e di tramare lo sfratto della banda di Manson dal rifugio dello Spahn Ranch. Fan dei Beatles, il guru ha giustificato i suoi delitti sostenendo di aver colto nella canzone “Helter Skelter” una sorta di “messaggio profetico” a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos. Per questo, rivelò, cercò di fare in modo che l'omicidio di Sharon Tate venisse attribuito alla comunità afroamericana.

L'arresto e la condanna

Dopo molte indagini, il procuratore Vincent Bugliosi riuscì a incastrare Manson e a farlo arrestare in qualità di mandante degli omicidi. Inoltre alcuni seguaci lo tradirono: testimone chiave nel processo fu Linda Kasabian. Al giudizio, durante il quale negò le responsabilità della setta negli omicidi, Manson si presentò con una X incisa sulla fronte, poi trasformata in una svastica. Nel 1971 il procedimento si concluse con la condanna a morte di tutti i membri della Famiglia ma, nell'anno successivo, l'abolizione dell'estremo supplizio in California comportò la commutazione della pena in ergastolo.