C'è l'accordo, Conte: “Italia non più sola”

E' stata necessaria una maratona lunga tutta la notte prima dell'attesa fumata bianca. I leader europei hanno trovato l'accordo sulla gestione dei flussi migratori recependo alcune delle indicazioni chieste dall'Italia, la quale, ha spiegato il premier Giuseppe Conte, da oggi “non è più sola“. 

L'intesa

Nelle conclusioni del vertice, faticosamente negoziate nella notte, i leader si dicono “determinati a continuare e rafforzare” l'azione “per prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015 e ridurre ulteriormente la migrazione illegale su tutte le rotte esistenti e nuove”. Per il Mediterraneo centrale, “l'Ue continuerà a stare dalla parte dell'Italia”, dicono i 28. “Sul territorio dell'Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale deve essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria” si legge nel teso dell'intesa. Nei centri chiusi dovrebbero essere effettuate in modo rapido e “con il pieno sostegno dell'Ue” le procedure per “distinguere tra migranti irregolari, che saranno rimpatriati, e chi necessita di protezione internazionale, per cui si applicherà il principio di solidarietà”. In sostanza, la ridistribuzione dei richiedenti asilo tra alcuni Stati membri sarà possibile solo per quei Paesi in prima linea che istituiranno i centri chiusi. Come chiesto dai Paesi di Visegrad, la ridistribuzione dei richiedenti asilo si effettuerà “su base volontaria” e “senza pregiudizio per la riforma di Dublino“.

Fondi per l'Africa

I leader hanno anche concordato di trasferire 500 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo per rifinanziare il trust Fund per l'Africa e di sbloccare la seconda tranche da 3 miliardi per la Turchia. Come chiesto dal Gruppo di Visegrad, sulla riforma del regolamento di Dublino il Consiglio europeo ha ribadito che una decisione sarà presa all'unanimità e senza utilizzare la maggioranza qualificata prevista dal trattato. In una concessione all'Italia, la riforma dovrebbe “tenere conto delle persone sbarcate dopo operazioni di ricerca e soccorso”.

Movimenti interni

Sui movimenti secondari (i migranti che si trasferiscono dai paesi di primo ingresso in altri Stati membri in violazione delle regole di Dublino) il Consiglio ricorda il “rischio” di mandare in crisi Schengen e chiede agli Stati membri di prendere tutte le misure interne necessarie a limitare questi movimenti. Inoltre, come chiesto dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, le conclusioni chiedono agli Stati membri di “cooperare strettamente tra loro” per limitare i movimenti secondari. 

Soddisfazione

“Da questo Consiglio esce una Europa più responsabile e solidale, l'Italia non è più sola”, ha commentato il presidente del Consiglio, Conte. Le conclusioni del summit Ue hanno affermato “il principio di un nuovo approccio che riguarda i salvataggi in mare – ha spiegato il premier – d'ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate con gli stati membri”. Conte ha confermato uno dei punti su cui si è sciolta la trattativa nella notte dopo l'asse inedito con il presidente francese Emmanuel Macron e ha aggiunto che l'accordo prevede la possibilità che i paesi europei possano creare dei centri di accoglienza, “ma solo su base volontaria: i Paesi che vogliono attrezzarsi per farli potranno fare dei centri basati su una gestione collettiva europea”. Alla domanda se l'Italia sarà uno degli Stati che si offre per la creazione di questi centri, Conte ha risposto che “è una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo assolutamente invitati a farlo”.

Macron e Merkel

Per Emmanuel Macron “l'Europa vivrà ancora per lungo tempo la sfida della migrazione, dobbiamo fare fronte a questa sfida restando fedeli a mostri valori. Oggi è una tappa importante perché siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro di cooperazione. Molti predicevano un mancato accordo o il trionfo di soluzioni nazionali, questa sera abbiamo trovato soluzioni europee. Più cauta Angela Merkel secondo cui “dopo un'intensa discussione sul tema più difficile per l'Unione Europea, cioè le migrazioni, il fatto di aver concordato un testo comune è un buon segnale”, ma “abbiamo ancora molto lavoro da fare per superare le divisioni“.