Catalogna, a Barcellona sfilano gli unionisti

Si invertono le posizioni a Barcellona che, dopo giorni di protesta furente per le condanne comminate ai leader indipendentisti, è stata oggi occupata dalla marcia dei manifestanti contro il movimento separatista catalana. Almeno 80 mila persone in strada secondo la Polizia, in marcia per protestare contro chi vorrebbe la Catalogna fuori dall'autorità di Madrid, intonando slogan contro gli indipendentisti e sventolando la bandiera della Spagna assieme alla Senyera dell'Autoritat: “Anche noi siamo catalani, fermate questa follia“, è il mantra dei manifestanti e il motto che inneggia all'unità della parte spagnola della Penisola iberica, con il termine “follia” riferito agli scontri che, nei giorni scorsi, hanno infiammato (letteralmente) il capoluogo della regione. Un fronte ampio quello degli indipendentisti ma, sondaggi alla mano, altrettanto largo quello degli unionisti per una parità che, ai tempi del referendum, sarebbe stata impensabile.

La manifestazione del sabato

La manifestazione unionista è arrivata dopo un sabato rovente vissuto a Barcellona, dove la marcia dei separatisti catalani (quella principale partecipata anche da Quim Torra e Roger Torrent, rispettivamente presidente regionale e del Parlamento catalano) aveva provocato l'ennesima giornata di disordine e di scontri. Particolarmente tesa la situazione in via Laietana, proprio di fronte al quartier generale della Polizia, dove un gruppo di manifestanti ha subito la carica delle Forze dell'ordine dopo aver dato segni di intemperanza e violenza. Un agente è rimasto ferito in modo grave, mentre tre persone fra i dimostranti sono state arrestate. Situazione non migliore in altre zone della città, dove i gruppi di attivisti pro-indipendenza hanno eretto barricate e acceso fuochi per le strade: in totale, non meno di 350 mila persone hanno invaso le strade di Barcellona, ancora invase dalle proteste scatenate dalle pesanti condanne inflitte a Oriol Junqueras e agli altri leader dell'ex Generalitat guidata da Carles Puigdemont, che nel frattempo si è consegnato spontaneamente alle autorità belghe.