Caso Brunson,Trump non fa sconti

Sulla Turchia non si torna indietro, nemmeno in cambio della liberazione di padre Brunson. Su questo punto è stato chiaro Donald Trump che, in un'intervista nello Studio ovale con l'agenzia 'Reuters', ha ripercorso la vicenda dell'arresto del pastore americano che, ormai da un anno e mezzo, è detenuto in un carcere turco con l'accusa di spoonaggio. E, di rimando, la questione delle sanzioni, applicate proprio in virtù della detenzione del religioso: “Penso che sia molto triste ciò che sta facendo la Turchia – ha detto Trump -. Penso che stiano commettendo un errore terribile e non ci saranno concessioni”. Il riferimento è al sanzionamento che, a detta delle autorità turche, avrebbe giocato una buona parte nella recente crisi della moneta turca.

Le sanzioni

Nel corso dell'intervista, Trump ha spiegato di essere stato convinto che la Turchia avrebbe liberato il pastore Andrew Brunson dopo che gli Stati Uniti hanno contribuito a persuadere Israele a liberare un cittadino turco detenuto. Brunson che, già da un anno e mezzo (ossia il periodo della sua detenzione) ha sempre negato le accuse di spionaggio e complottismo che gli sono state mosse ma, in ogni caso, i tentativi per la sua liberazione in modo diplomatico si sono rivelati vani. Per questo Trump ha deciso di passare al contrattacco, applicando dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio e applicando sanzioni anche nei confronti di due ministri turchi.

Trump: “Mi piace la Turchia ma…”

E, nonostante una crisi di valuta che ha destato grandi preoccupazioni in Europa, il Tycoon non si è detto allarmato delle possibili ripercussioni che un contrasto fra due Paesi Nato possa avere a livello economico in Europa, soprattutto per i mercati emergenti: “Non sono preoccupato – ha detto -. Questa è la cosa giusta da fare”. A seguito del summit con Erdogan dello scorso luglio, Trump si era detto sicuro di aver trovato l'intesa per la liberazione di padre Brunson sulla base dell'accordo che prevedeva l'intervento degli Stati Uniti per il rilascio del suddetto prigioniero turco detenuto in Israele. Un patto che Erdogan ha poi dichiarato di non aver mai stretto: “Mi piace la Turchia – ha concluso il presidente americano -, mi piace molto la gente, fino a ora ho avuto un ottimo rapporto con il presidente, sono andato molto d'accordo con lui, ho avuto un ottimo rapporto, ma non può essere una strada a senso unico, di certo non per gli Stati Uniti”.