BREXIT, “NO” DELLA PREMIER MAY AL VOTO PARLAMENTARE

Il premier conservatore britannico Theresa May non concederà il voto in Parlamento sulla Brexit, ma attiverà direttamente l’Articolo 50 del trattato di Lisbona, per dare avvio alle trattative per il divorzio dall’Ue. lo ha riportato ieri il quotidiano britannico The Telegraph. Gli oppositori della Brexit sottolineano che il referendum del 23 giugno scorso aveva solo valenza consultiva e per questo sostengono che l’esito del voto debba essere approvato con un passaggio in Parlamento prima che l’Articolo 50 possa essere attivato.

Tuttavia, la neo premier – succeduta a David Cameron che si era dimesso alla vittoria del “Leave” – ritiene che “Brexit significhi Brexit” e quindi non offrirà ai suoi avversari l’opportunità di fermare l’uscita del Paese dalla Ue. In passato, infatti, l’ex premier Tony Blair e il candidato alla leadership del Labour Owen Smith avevano ipotizzato che i parlamentari a favore della campagna Remain avrebbero potuto usare il voto in Parlamento per bloccare la scissione dalla Ue.

Il referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea – che non era vincolante all’effettiva fuoriuscita dalla Ue – si era concluso con un voto favorevole alla Brexit – (“Leave”) – con solo il 51,9%, contro il 48,1% che aveva votato per rimanere (“remain”). I risultati delle urne avevano evidenziato una spaccatura tra le Nazioni del Regno Unito, con la maggioranza di Inghilterra e Galles favorevoli alla fuoriuscita e la maggioranza di Scozia e Irlanda del Nord contrarie.