Brasile, Dilma fa il pieno di voti ma non basta. Si va al ballottaggio

[cml_media_alt id='9508']brasile elez[/cml_media_alt]I seggi sono chiusi, per il Brasile si è conclusa la prima tornata elettorale. Ma non è ancora detta l’ultima parola, perché le elezioni presidenziali dovranno essere risolte dal ballottaggio: la sfida finale sarà il prossimo 26 ottobre e a contendersi la poltrona saranno il capo di Stato in carica Dilma Rousseff e il candidato di centro-destra Aecio Neves. I primi dati reali dopo la chiusura dei seggi, infatti, indicano la definitiva uscita di scena della leader ambientalista evangelica Marina Silva, considerata tra le favorite fino a un paio di settimane fa. In base alle prime proiezioni il destino del Paese sembra già segnato: il vantaggio va ancora una volta alla Dilma, che con il 44% dei voti contro il 30 dell’avversario, sembra avvicinarsi progressivamente al 50% più uno.

Per sapere chi guiderà la nazione sudamericana, tuttavia, ci vorranno ancora tre settimane. Alle urne, in questi giorni, sono andati 142 milioni di brasiliani, su una popolazione di 202 milioni. Il voto in Brasile è obbligatorio per tutti i cittadini dai 18 ai 70 anni: chi non si presenta è infatti obbligato a presentare una giustificazione scritta.

Nella giornata di ieri sono stati molti gli arresti per reati elettorali: il tribunale superiore elettorale ne ha contati un’ottantina solo tra i candidati alle elezioni generali – quelli cioè per la carica di governatori, deputati nazionali, federali e un terzo dei senatori -. Tra i crimini più commessi, quello di propaganda politica durante la giornata elettorale, vietato nella maggior parte dei paesi del mondo.