Blair, appello all'Ue: “Danni per tutti”

Tony Blair è pronto a chiedere all'Unione europea di muoversi per evitare la Brexit, che potrebbe avere ripercussioni negative sulla stessa organizzazione sovranazionale. 

Appello

Il divorzio dal Regno Unito, dirà l'ex premier britannico in un discorso all'European Policy Forum, “indebolisce la posizione e il potere dell'Europa nel mondo”. Nello stesso tempo Londra senza Bruxelles  “perderà peso e influenza. Entrambi saremo meno di quanto siamo e molto meno di quanto potremmo essere insieme”. 
Blair spiegherà che ci sono tre condizioni per una marcia indietro sulla Brexit. La prima è convincere i cittadini britannici che l'uscita dall'Ue “si è dimostrata molto più costosa e complessa” di quanto immaginato. La seconda è dimostrare che ci sono “modi diversi e migliori per rispondere ai malesseri” che hanno portato al voto a favore della Brexit. La terza è la volontà da parte dell'Europa di rispondere alla Brexit riformando l'Ue e non solo come “un'espressione di ritrosia britannica“. Secondo Blair, “i leader europei condividono la responsabilità di guidarci fuori dal cul-de-sac della Brexit e trovare una strada per preservare l'unità europea intatta”. 

Impasse

I negoziati, intanto, rischiano di entrare nuovamente in stallo, dopo che Theresa May ha rigettato la proposta di testo legale sull'accordo di ritiro del Regno Unito dall'Unione europea ufficializzata dal capo-negoziatore dell'Ue, Michel Barnier. Il principale oggetto del contendere è l'Irlanda del Nord, che l'Ue vorrebbe mantenere sotto la sua tutela legislativa in diversi settori per evitare il ritorno di una frontiera fisica con la Repubblica d'Irlanda, che metterebbe in discussione gli accordi di pace del Venerdì Santo. Secondo il testo adottato dalla Commissione europea, sarà istituita “un'area normativa comune che includa l'Ue e il Regno Unito rispetto all'Irlanda del Nord” e che “deve costituire un'area senza frontiere interne in cui la liberta' di movimento dei beni è assicurata e la cooperazione Nord-Sud è protetta”.

Il nodo

Di fatto, se questa soluzione dovesse essere accettata da Londra, dopo la Brexit la legislazione europea e la giurisdizione della Corte di giustizia dell'Ue si applicherebbero all'Irlanda del Nord in diversi settori.
L'Irlanda del Nord dovrebbe accettare automaticamente le norme dell'Ue su libera circolazione dei beni, Iva, dazi doganali, regole sanitarie e fitosanitarie per agricoltura e pesca, elettricità, ambiente e aiuti di Stato. Di conseguenza Londra verrebbe parzialmente privata della sua sovranità su Belfast, con l'obbligo di introdurre controlli doganali all'interno del territorio britannico. “Il progetto di accordo pubblicato dalla Commissione, se è messo in opera, nuocerebbe al mercato comune britannico e minaccerebbe l'integrità costituzionale del Regno Unito creando una frontiera doganale e normativa nel mare d'Irlanda. Nessun primo ministro britannico lo accetterà”, ha risposto May davanti alla Camera dei Comuni. “Lo dirò in modo chiaro al
presidente Juncker e agli altri: non lo faremo mai“.