Belfast, passato indelebile: tensioni tra protestanti e cattolici

Nel Nord Irlanda fatica ad essere tracciata una divisione netta tra i secoli scorsi e il presente. Gli odi, i conflitti che hanno macchiato di sangue l’isola, periodicamente conoscono recrudescenze.

Battaglia del Boyne

In particolare, il clima si riscalda ogni anno nei giorni intorno al 12 luglio. Una data scolpita sulle rocce delle coste irlandesi. Quelle stesse coste che in questa medesima data, nell’anno 1690, furono calcate dalle truppe del re protestante Guglielmo d’Orange. Accadde presso la foce del fiume Boyne, nel centro dell’isola. I soldati protestanti attaccarono e sconfissero nella battaglia del Boyne i cattolici al seguito di Giacomo II Stuart, che si era insediato come re d’Inghilterra nel 1685.

Fu l’inizio di un’epopea per i protestanti, perché a seguito di quella battaglia poterono sancire il loro dominio sull’Irlanda. Gli unionisti nordirlandesi, così chiamati perché intendono rafforzare il legame d’unione tra Irlanda e Londra, ogni anno ricordano quell’evento – The Twelfth (‘Il Dodicesimo’) – con solenni celebrazioni e marce.

Dal punto di vista dei cattolici irlandesi, tuttavia, la battaglia del Boyne è stata l’inizio della fine. L’evento che ha originato secoli di subalternità e di soffocamento dei propri aneliti di indipendenza e di tutela delle proprie radici culturali.

Le pile di fuoco

Questo contrasto di sentimenti si avverte in modo lampante nei giorni che precedono il 12 luglio. È ormai una tradizione, da parte dei protestanti, quella di allestire lunghe pire di pedane in legno – talmente lunghe da poter esser viste anche nei quartieri cattolici – su cui appiccare incendi durante la notte tra l’11 e il 12 luglio. Questo gesto ricorda i segnali di luce di fuoco che i protestanti dell’isola accesero nel 1690 per orientare la navigazione delle truppe di Guglielmo d’Orange.

In cima alle pile che allestiscono ancora oggi i sudditi di Sua Maestà, vengono posti di solito manichini che rappresentano icone dei repubblicani irlandesi: bandiere della Repubblica d’Irlanda che vorrebbero appunto si estendesse per tutta l’isola, vessilli di partiti politici repubblicani, fantocci con le maglie della squadra “cattolica” scozzese del Celtic e perfino fantocci del Papa.

Le provocazioni ad una chiesa e scuola cattoliche

Ma non solo le discutibili rievocazioni storiche. Ad accendere gli animi delle due comunità, nel Nord Irlanda, è stata nei giorni scorsi una provocazione protestante nei confronti di una chiesa – la Holy Cross Church – e una scuola cattolica del quartiere di Ardoyne. Unionisti hanno dipinto di bianco e blu (i loro colori identitari) il pavimento stradale fuori dalla scuola adiacente alla chiesa. I padri passionisti che animano la parrocchia, hanno prudentemente deciso di andare via e di far ritorno nel fine settimana, quando gli animi – si spera – saranno più quieti.

La scuola cattolica in questione non è nuova ad essere teatro di episodi di violenza. Nel 2001, a soli tre anni dagli accordi di pace del Venerdì Santo, i bambini furono presi di mira da gruppi di unionisti violenti. Per alcuni di questi piccoli lo scorso anno il Dipartimento di giustizia ha previsto un risarcimento per il trauma subito.

La marcia di oggi

Ma la tensione ad Ardoyne, fortino cattolico nel cuore di Belfast, si alza anche nella giornata di oggi. Il percorso della marcia degli unionisti della capitale nordirlandese, infatti, prevede anche un passaggio a ridosso del quartiere della zona abitata dai cattolici. Stamattina, a differenza di anni scorsi, non si sono registrati scontri.

Orange Order

Al ritmo di musiche scandite da flauti e tamburi, diverse centinaia di unionisti hanno sfilato, con drappi arancioni al collo dei membri dell’Orange Order. Ingente lo schieramento di poliziotti per evitare che le due comunità venissero a contatto. L’assenza di tafferugli è da attribuire – secondo la stampa irlandese – a un accordo tra gruppi unionisti e membri della comunità cattolica di Ardoyne.

Stallo politico in Parlamento

Al di là dei singoli accordi, sono ancora tutt’altro che irrilevanti le sacche di resistenza al processo di pace, come dimostra la vicenda della chiesa Holy Cross Church. Sullo sfondo di queste tensioni, proseguono le dinamiche politiche istituzionali. Nel marzo scorso si è votato per eleggere il Parlamento di Belfast. Il partito repubblicano Sinn Fein ha preso quasi gli stessi voti del Partito Democratico Unionista (DUP), conservatore protestante. Dal pareggio alle urne è scaturito un intoppo. Ad oggi, ancora non si è riuscito a trovare un accordo per la formazione del governo.