Bangladesh, uccisa la mente dell’attacco di Dacca

E’ stato ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia antiterrorismo Nurul Islam Marzan, il leader del movimento clandestino Jama’atul Mujahidden Bangladesh (jmb), considerato il responsabile operativo dell’attacco avvenuto lo scorso 1 luglio nel ristorante Holey Artisan di Dacca, in cui persero la vita 22 persone. A riferire la notizia è il portale BdNews24. Il capo dell’unità antiterrorismo della capitale, Monirul Islam, ha indicato che Marzam è stato ucciso in uno scontro a fuoco nella notte insieme ad un altro militante non ancora identificato nell’area di Beribadh di Mohammadpur, non lontano da Dacca.

L’attentato al ristorante

La sera del primo luglio 2016 un commando armato assalto il ristorante Holey Artsan di Dacca, situato nel cuore del quartiere diplomatico di Gulshen, aprendo il fuoco sui clienti e prendendo degli ostaggi, dopo aver lanciato alcune granate all’interno della sala. I terroristi uccisero ventidue persone. Nello scontro a fuoco con le forze dell’ordine, invece, morirono cinque membri del commando.

Le vittime

Sotto i colpi di arma da fuoco dei terroristi persero la vita anche nove italiani. Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti, si trovavano a cena nel locale quando il commando ha fatto irruzione. Come dichiarato dalla polizia bengalese, la maggior parte delle ventidue vittime erano di nazionalità italiana e giapponese. I terroristi hanno ucciso gli ostaggi che non erano in gradi di recitare un versetto del Corano.

La rivendicazione dell’Isis

Lo scorso settembre un altra persona, considerata l’organizzatore dell’attentato venne uccisa dalla polizia. Successivamente la strage venne rivendicata dall’Isis e – secondo vari siti specializzati nella lotta alla jihad via web – Tamin Chowdhury, l’uomo ucciso dalla polizia, rappresentava il coordinatore della filiale bengalese del movimento fondato dal ‘Califfo’ Abu Bakr al-Baghdadi. Le successive indagini su Chowdhury hanno permesso di appurare che l’uomo era scomparso dal 2013 dal Canada, dove la sua famiglia era emigrata negli anni ’70, per ricomparire nel Paese natio all’indomani della strage al bar di Dacca.