Avviso americano a May: “Appoggi la linea Usa”

Continua a far discutere la disputa Usa-Iran e non solo per quanto riguarda i diretti interessati. La polemica, infatti, nel suo rimpallo fra Nord America e Medio Oriente, si è fermata anche in Gran Bretagna, dove l'ambasciatore statunitense a Londra, Woody Johnson, avrebbe apertamente criticato la posizione del governo May sulla questione iraniana, come riportato dal 'Sunday Telegraph', quotidiano noto per le sue tendenze pro-Tory. Per i cronisti del 'Sunday', l'ambasciatore americano avrebbe mostrato risentimento verso la posizione britannica rispetto all'accordo sul nucleare iraniano, difeso per ora dal Regno Unito come da quasi tutte le altre potenze europee. Una scelta non condivisa da Johnson che ritiene Londra “il più vicino degli alleati” degli Stati Uniti al di qua dell'Atlantico.

L'ammonimento

Negli ultimi giorni, con la polemica montante sulle sanzioni imposte da Trump nei confronti di Teheran, l'atteggiamento di May si è mantenuto sul piano della neutralità, non ribadendo la posizione a favore dell'accordo ma nemmeno sostenendo la mossa del presidente americano. Il che non ha mancato di suscitare qualche malumore oltreoceano e spinto l'ambasciatore Johnson, secondo il quotidiano, ad ammonire Londra che il mancato allineamento potrebbe portare conseguenze serie qualora decidesse di provare a trattare qualsiasi tipo di commercio con Teheran. Un altolà in tutti i sensi che risponde in pieno a quanto detto dallo stesso Trump all'indomani della replica di Rohani sul fatto che chiunque avesse intrattenuto ancora affari con l'Iran avrebbe scontato conseguenze.

La strategia

Una mossa, quella di Johnson, letta dal Telegraph come una sorta di input a Theresa May a rivedere la linea soft nei confronti di Bruxelles sul tema Brexit e puntare sul libero scambio “privilegiato” che, dopo l'uscita dall'Ue, potrebbe instaurarsi con Washington. Non va dimenticato che, sulla questione Skripal, gli Stati Uniti (anche se in questo caso dall'altra parte c'era la Russia) si sono apertamente schierati con la Gran Bretagna, arrivando ad applicare sanzioni al Cremlino in relazione al presunto coinvolgimento nell'avvelenamento dell'ex 007 e di sua figlia. Una circostanza che non è stata citata esplicitamente ma che, secondo il quotidiano, sarebbe da leggere fra le righe come il vero passepartout per ottenere l'appoggio britannico sull'affare Teheran.