Austria e Paesi Bassi: “Sanzionate l'Italia”

La linea dura del governo italiano sulla Manovra, di fatto contenuta nella lettera di risopsta del ministro Tria all'Unione europea, sono arrivate le prime reazioni a livello continentale che, come prevedibile, assumono toni di dissenso rispetto alla fermezza dell'esecutivo sui temi della Legge di bilancio. A levare per primi la propria voce sono stati Paesi Bassi e Austria, concordi nel definire ardite le previsioni di crescita italiane e nel chiedere un intervento concreto all'Europa: “E' poco sorprendente ma molto deludente – ha dichiarato Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze neerlandese – il fatto che l’Italia non abbia rivisto il proprio bilancio. Le finanze pubbliche italiane sono fuori controllo e i piani del governo italiano non portano una robusta crescita economica. Questo bilancio non soddisfa gli accordi che abbiamo stipulato in Europa, sono preoccupato, spetta alla Commissione prendere ulteriori provvedimenti”.

Austria: “Italia rischia come la Grecia”

Stessi e toni (e stessi contenuti) anche da parte di Hartmut Loeger, ministro delle Finanze austriaco, secondo il quale “più che mai dobbiamo pretendere disciplina da Roma, non si tratta solo di una questione italiana, ma di una questione europea. Per il ministro popolare, “l'Italia corre il rischio di scivolare verso uno scenario greco” e, per questo, dovrebbe essere soggetta a misure disciplinari da parte di Bruxelles che, da parte sua, mantiene posizioni altrettanto granitiche: “Quando si è nella famiglia dell'eurozona – ha spiegato all'Ansa Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione europea per il mercato digitale – bisogna rispettare regole che noi stessi ci siamo dati. Fare debito con i soldi dei contribuenti non è un'idea intelligente. In Italia c'è un governo intelligente e spero che saranno in grado di trovare buone soluzioni per l'Unione europea e anche per gli italiani”.

Gualtieri: “Lettera inutile e dannosa”

Nessuna dichiarazione, invece, è per ora arrivata da parte della Commissione ma un commento lo ha rilasciato il presidente della Commissione economica del Parlamento Europeo, Roberto Gualtieri, per il quale “la lettera alla Commissione europea da parte del governo italiano è inutile e dannosa. Inutile perché come è noto le privatizzazioni non incidono sul deficit strutturale (e se non riguardano immobili neanche su quello nominale) e quindi non consentono di evitare l'apertura di una procedura di deficit eccessivo, che imporrà all'Italia vincoli più stretti per molti anni. Sbagliato, perché realizzare 18 miliardi di privatizzazioni nel 2019 è al tempo stesso del tutto irrealistico e profondamente sbagliato, e determinerebbe una svendita a prezzi di saldo del patrimonio pubblico”.