Austria, cittadini al voto per il “terzo turno” delle presidenziali

Oggi “terzo turno” elettorale per i cittadini austriaci, chiamati a votare (di nuovo) per eleggere il presidente della Repubblica. Nei due turni precedenti – normalmente previsti dalla costituzione – svoltisi il 24 aprile e il 22 maggio scorsi, aveva vinto al secondo round il candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen, battendo per pochissimi voti il candidato dell’estrema destra (FPÖ, Partito per le Libertà dell’Austria) Norbert Hofer.

Quest’ultimo aveva vinto a sorpresa il primo turno con il 36,4 per cento contro il “misero” 20,4 di Van der Bellen. Lo scrutinio di maggio aveva lasciato una situazione di parità, ma i voti inviati per posta, circa il 14 per cento del totale, avevano fatto ottenere al verde la vittoria con un risicatissimo 50,3 per cento dei voti (2.254.484); solo poche migliaia in più di Hofer che si era fermato al 49,7 (2.223.458).

La Corte Costituzionale di Vienna ha però annullato il risultato – dopo il ricorso presentato dal partito di destra – a causa di alcune irregolarità nelle procedure di scrutinio. In alcuni seggi, per esempio, i voti arrivati via posta erano stati aperti già la domenica sera, mentre per legge sarebbero dovuti essere scrutinati solo la mattina del lunedì.

Oggi il nuovo ballottaggio. Nell’ultimo dibattito televisivo tra i due candidati, che si è svolto domenica 27 novembre, i temi principali sono stati gli stessi delle ultime settimane di campagna elettorale: l’Unione Europea e la gestione dei migranti. “L’FPÖ gioca la carta dell’uscita dall’Ue da più di vent’anni e molte personalità politiche in Europa hanno paura che questa semplice speculazione possa causare una valanga di populismi di estrema destra” ha attaccato Van der Bellen durante il dibattito. Ma Hofer, storcamente anti-Merkel e euroscettico, ha replicato precisando di volere “uno sviluppo positivo dell’Europa” e di non aver mai parlato di “Öxit” (la Brexit all’austriaca).

A breve sapremo chi ha maggiormente convinto il popolo austriaco. I sondaggi attribuiscono la vittoria a Van der Bellen di strettissima misura. In tutte le ricerche condotte dai vari istituti di statistica, il candidato dei Verdi è infatti in vantaggio due soli punti, quindi ben al di sotto del margine di errore. Forse anche queste proiezioni – come avvenuto per le presidenziali statunitensi e per la Brexit in Gran Bretagna – riserveranno grosse sorprese.