ATTACCO A TUNISI, OBAMA CHIAMA ESSEBSI: “VI SIAMO VICINI”

Barack Obama ha telefonato ieri al presidente della Tunisia per porgere le sue condoglianze a seguito del’attentato al Museo Bardo, nel cuore della capitale. Lo ha reso noto la Casa Bianca spiegando che Obama ha espresso la sua vicinanza e quella di tutti gli americani alle famiglie delle vittime, elogiando il popolo tunisino per il suo impegno alla lotta contro il terrorismo. Inoltre il presidente Usa ha offerto sostegno e assistenza al Paese colpito, mettendo a disposizione le forze statunitensi per le indagini che sono attualmente in corso sull’attentato.

Intanto l’Isis che ha rivendicato l’attacco al Museo Nazionale di Tunisi, ha anche annunciato che “questa è solo la prima goccia di pioggia”. L’attacco, il più grave dopo quello del 2002 alla sinagoga di Djerba, ha spinto il Paese verso posizioni ancora più radicali nella lotta contro gli estremisti islamici; mentre Essebsi dice che la Tunisia è “in guerra” per sradicare il terrorismo, sono state arrestate 9 persone: 4 direttamente collegate al massacro, 5 sospettate di avere legami con la cellula che ha operato il 18 Marzo. I due attentatori sono stati identificati come Yassine Laabidi, originario di Ibn Khaldoun, e Hatem Khachnaoui, di Kasserine, sparito da tre mesi.

Nella città ancora sotto choc, è stata ritrovata una coppia spagnola di Valencia che era stata data per dispersa. I due poco dopo i primi colpi di arma da fuoco si sono nascosti nei sotterranei del Museo rimanendovi per 24 ore. La donna, come riportato dalle radio locali, è incinta di quattro mesi. La polizia che prosegue il suo lavoro per ricostruire la vicenda, proprio ieri ha arrestato la sorella e il padre di uno degli attentatori nella loro abitazione di Sbiba, spiegando inoltre che prima che l’Isis rivendicasse l’attacco, su un account Twitter legato allo Stato Islamico era stata pubblicata la foto di una delle vittime italiane: “Questo crociato è stato schiacciato dai leoni del monoteismo” è scritto sotto l’immagine.