Attacco a Tripoli: l'Isis rivendica

Arriva la rivendicazione dell'Isis dell'attentato contro la sede del ministero libico degli Esteri, a Tripoli, costato la vita a tre persone, tra le quali un alto diplomatico, Ibrahim al-Shaebi, direttore del dipartimento per le relazioni islamiche. Una delle altre due persone uccise è Abdulrahman Mazoughi, portavoce delle Brigate rivoluzionarie di Tripoli, una delle milizie più potenti della capitale, mentre la terza vittima era un civile che si trovava nella sede del ministero per recuperare dei documenti. Morti anche i terroristi, mentre i feriti sono stati almeno 21. 

Comunicato

Tre “soldati del Califfato“, con giubbotti esplosivi ed equipaggiati con armi automatiche, hanno preso d'assalto la sede centrale del ministero del “governo apostata libico“, ha reso noto il gruppo jihadista, rivendicando l'azione sul web, come registrato da Site, il centro statunitense specializzato nel monitoraggio dei movimenti jihadisti.

L'attentato

L'attacco è avvenuto intorno alle 10 (ora locale, le 9 in Italia) quando un'autobomba è esplosa all'esterno dell'edificio che si trova su Al Shat Road, a un chilometro dall'ambasciata italiana a Tripoli. Secondo quanto riferito dal portavoce delle forze speciali, Tarak al Dawass, un attentatore è quindi entrato nell'edificio dove si è fatto esplodere al secondo piano. Un secondo assalitore è morto nel complesso del ministero dopo l'esplosione di una valigia che stava trasportando, mentre il terzo, che era disarmato e “indossava solo un giubbotto antiproiettile”, è stato ucciso dalle forze di sicurezza esterne. Il ministro dell'Interno, Fathi Bash Agha, ha ammesso una falla nel dispositivo di “sicurezza” finito “fuori dal nostro controllo”. Una situazione, ha aggiunto, che sta creando un “terreno fertile” per l'Isis. Dopo l'attacco e' stata rafforzata la sicurezza nella strade intorno agli edifici governativi.