Assassinato un giornalista russo

Si tinge di giallo l'omicidio di Arkadi Babchenko, giornalista e scrittore russo, nonché fermo oppositore della presidenza di Vladimir Putin. Il cronista è stato assassinato a Kiev, vittima di alcuni colpi di pistola alla schiena: “Era nella sua casa nel distretto di Dniprovski – ha spiegato la polizia ucraina a 'France Press' -. Sua moglie era in bagno e ha sentito un colpo molto forte. Quando è uscita, ha visto suo marito ricoperto di sangue”. Secondo quanto riferito da un portavoce della polizia, Yaroslav Trakalo, Babchenko sarebbe “morto nell'ambulanza”, durante il trasporto in ospedale, ucciso dai proiettili esplosi contro di lui qualche minuto prima. Uno dei suoi colleghi, Osman Pashaiev, ha spiegato via Facebook che Arkadi “è stato colpito tre volte alla schiena sulle scale del suo edificio al ritorno da un negozio”.

Il trasferimento

Da più di un anno (era il febbraio 2017) Babchenko aveva lasciato la Russia, in quanto oggetto di numerose minacce: “E' opinione comune che sia una buona idea che io viva fuori dal mio Paese per un po'”, aveva scritto su Facebook all'epoca del suo trasferimento. Arkadi ha svolto il suo lavoro di reporter principalmente come corrispondente di guerra, campo del giornalismo nel quale era considerato uno dei migliori in Russia. Dopo aver lasciato il suo Paese, Babchenko si era trasferito a Praga per poi stabilirsi definitivamente a Kiev. Nella capitale ucraina inizia a dirigere una rete chiamata Atr e, prima di essere un giornalista, è stato un militare di stanza nei battaglioni impegnati durante la prima guerra separatista in Cecenia, a inizio anni 90.

Il post finale

Negli ultimi tempi, Babchenko aveva ricevuto molte minacce poiché estremamente critico nei confronti del Cremlino sia per l'intervento nell'Ucraina orientale sia per ciò che concerne la Siria, scrivendo per il Guardian ma anche per le testate russe Moskovsky Komsomolets e Zabytyi Polk. Poco prima di essere ucciso, Arkadi aveva ricordato su Facebook un episodio avvenuto circa 4 anni fa quando, costretto a salire su un elicottero, aveva desistito per mancanza di posti riuscendo così a salvarsi la vita, poiché quel velivolo sarebbe poi stato abbattuto. Questo ricordo condiviso con i suoi amici è stato il suo ultimo post.