Assad smentisce l’attacco chimico su Idlib: “Vicenda inventata al 100%”

“La storia dell’attacco chimico è inventata al 100%, non abbiamo più quel tipo di armi”. A poco più di una settimana dalla strage di Khan Sheikhun, Bashar al Assad prende per la prima volta la parola e difende Damasco dalle accuse di aver usato gas tossici nella regione di Idlib e apre all’arrivo di ispettori Onu per verificare la presenza di arsenali proibiti.

Assad ha anche assicurato che il raid missilistico statunitense contro una base siriana “non ha ridotto” la potenza di fuoco delle forze governative. Sempre nella guerra di informazione l’agenzia governativa Sana ha diffuso una notizia – ancora non confermata – della morte di “centinaia di persone, tra cui molti civili” per un bombardamento della Coalizione anti-Isis a guida Usa “su un deposito di armi chimiche dello Stato islamico” nell’est del Paese. La Sana ha citato un comunicato dello Stato maggiore delle forze armate di Damasco, secondo cui “molte persone sono morte soffocate per l’inalazione di gas tossici”.

Il raid – ha riferito ancora la Sana – è avvenuto ieri tra le 17.30 e le 17.50. Secondo la nota dello Stato maggiore delle forze armate siriane, “il deposito di sostanze velenose” colpito era a Hatla, ad est di Dayr az Zor, nell’omonima regione confinante con l’Iraq. Prima dell’avvento del daesh nel 2013-14, Hatla era una zona a maggioranza sciita schierata col governo di Damasco e contro le forze di opposizione, in quella zona in larga parte sunnite. Sulla vicenda del presunto raid della Coalizione su un deposito di armi chimiche dell’Isis, nemmeno la Russia ha finora potuto sostenere la versione dell’alleato siriano. Da Mosca, il ministero della Difesa ha annunciato di aver inviato dei droni nella zona di Dayr az Zor, affermando che al momento non si hanno “informazioni che confermino le notizie di morti e sull’entità delle distruzioni del presunto bombardamento.