Arresto più vicino per Puigdemont, possibile richiesta d’asilo al Belgio

Dopo la dichiarazione di indipendenza da parte della Catalogna, Carles Puigdemont rischia l’arresto per “ribellione“. Il procuratore capo dello Stato spagnolo Juan Manuel Maza vuole chiedere al tribunale supremo l’incriminazione del presidente catalano. Nel mirino di Maza ci sono anche il vicepresidente Oriol Junqueras e la presidente del Parlament, Carme Forcadell. Il rischio però è di innescare una rivolta in Catalogna.

Se le cose dovessero mettersi male Puigdemont potrebbe chiedere asilo al Belgio. “Non è stata presentata ancora nessuna domanda, ma le cose evolvono rapidamente. Vedremo”  ha detto il segretario di Stato belga all’Asilo e alla Migrazione, Theo Francken, ripreso dai media locali. “Quando vediamo la situazione, la repressione da Madrid e le condanne che si rischiano, ci si può domandare se ci sarà un processo equo”, ha spiegato Francken, sottolineando tuttavia che se dovesse verificarsi un simile scenario “ci metterebbe in una posizione diplomatica delicata con la Spagna”.

Con metodo intanto Mariano Rajoy organizza il commissariamento della Catalogna ribelle, che dovrebbe concludersi con le elezioni del 21 dicembre. I ministeri di Madrid devono prendere il controllo di quelli catalani.

Il primo cruciale commissariamento, quello dei Mossos, per ora è andato bene per Madrid. Il direttore e il comandante della polizia catalana Pere Soler e Josep Lluis Trapero hanno accettato la destituzione. Trapero è stato sostituito dal vice Ferran Lopez, che con i 17 mila uomini del corpo passa sotto l’autorità del segretario generale del ministero degli Interni di Madrid, il catalano Juan Antonio Puigserver. I Mossos d’Esquadra sono con i giudici una pedina essenziale per soffocare possibili resistenze.

I partiti catalani infine stanno prendendo posizione in vista del voto anticipato. Il Pp ha nominato capolista Xavier Albiol, la Cup, l’ala sinistra indipendentista, minaccia di boicottare le urne e di convocare invece una “mega-paella“. Pdecat e Erc di Puigdemont e Junqueras, che non si aspettavano elezioni così ravvicinate, devono decidere se partecipare e tentare di ottenere di nuovo la maggioranza assoluta oppure boicottarle, con il rischio di scomparire dalle istituzioni della Catalogna “spagnola”.