Arrestata la reporter nemica di Duterte

Maria Ressa, la giornalista filippina scelta – insieme ad altri colleghi – come persona dell'anno per il 2018 dal Time è stata arrestata nel suo ufficio di Manila per “diffamazione“. Le associazioni di difesa dei diritti umani hanno definito un “atto di persecuzione” l'arresto della reporter che più volte aveva criticato il presidente, Rodrigo Duterte, con inchieste e articoli.

Nel mirino

Il sito web di Ressa, Rappler, ha attirato l'ira del governo per la pubblicazione di rapporti critici sulla feroce repressione dei trafficanti di droga voluta da Duterte e che ha causato migliaia di morti tra presunti spacciatori e consumatori dal 2016. Il portale rischia la chiusura per precedenti accuse di evasione fiscale che coinvolgono anche la reporter. 

L'arresto

Ressa è stata prelevata dalla redazione del sito da agenti del National Bureau of Investigation e all'esterno ad attenderla c'era un gran numero di giornalisti e telecamere. La donna dovrebbe essere rimessa in libertà a breve dopo il pagamento di una cauzione. Le accuse si riferiscono ad un articolo scritto nel 2012 insieme all'ex reporter di Rappler, Reynaldo Santos Jr., su presunti legami tra un uomo d'affari, Wilfredo Keng, con il traffico di droga e il traffico di esseri umani. Il caso, sollevato da Keng nel 2017 e archiviato dal Bureau nel 2018, è stato riaperto tra tre procuratori del Dipartimento di Giustizia. Ressa sostiene che l'articolo fu pubblicato prima dell'entrata in vigore di una legge sulla diffamazione on line.  “Non ci facciamo intimidire, non ci sono casi legali, propaganda o menzogna che possono mettere a tacere mettere a tacere i giornalisti filippini. Queste acrobazie legali mostrano fino a che punto sia arrivato il governo per mettere a tacere la stampa, inclusa la meschinità di costringermi a passare la notte in prigione”, ha dichiarato la giornalista. “L'arresto è politicamente motivato ed èin linea con le minacce delle autorità e con gli attacchi ripetuti a Ressa e alla sua squadra”, ha detto il direttore di Ammnesty International nelle Filippine, Butch Olano.