Aquarius, Panama revoca la licenza navale

Torna a essere un caso la nave Aquarius, l'imbarcazione dell'ong Sos Mediterranée che, qualche ora fa, è stata bloccata dall'Autorità marittima di Panama che avrebbe revocato la sua iscrizione dai registrti navali “sotto l'evidente pressione economica e politica delle autorità italiane”. Una decisione che, al momento, sta destando perplessità e ha lasciato “sconvolte” le ong che operano a bordo di Aquarius (oltre a Sos anche Msf) poiché, a loro giudizio, “questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini, alla disperata ricerca di sicurezza, ad annegare in mare e infligge un duro colpo alla missione umanitaria di Aquarius”.

 

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Msf: “I leader europei sembrano non avere scrupoli”

In un comunicato congiunto, le due ong hanno spiegato quanto accaduto, chiedendo sia alle autorità panamesi che all'Europa che “di garantire immediatamente una nuova bandiera per poter continuare a navigare”, spiegando che “le minacce del governo italiano sono infondate”. Il responsabile di Msf Karline Kleijer, si è detta estremamente contrariata dalla decisione di Panama, spiegando che “i leader europei sembrano non avere scrupoli nell'attuare tattiche sempre più offensive e crudeli che servono i propri interessi politici a scapito delle vite umane. Negli ultimi due anni, hanno affermato che le persone non dovrebbero morire in mare, ma allo stesso tempo hanno perseguito politiche pericolose e male informate che hanno portato a nuovi minimi la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale e in Libia. Questa tragedia deve finire, ma ciò può accadere solo se i governi dell'Ue permetteranno all'Aquarius e alle altre navi di ricerca e soccorso di continuare a fornire assistenza”.

L'iter di cancellazinoe

Stando a quanto spiegato da Panama, che aveva garantito il ritorno in mare di Aquarius dopo la revoca da parte di Gibilterra, la decisione sarebbe derivata da “segnalazioni internazionali ricevute, nelle quali si segnala che l'imbarcazione ha disatteso le procedure giuridiche internazionali in materia di immigrati e rifugiati soccorsi lungo le coste del Mediterraneo. La denuncia principale viene dalle autorità italiane, che hanno riferito che il capitano della nave si è rifiutato di restituire gli immigranti e i rifugiati assistiti al loro luogo di origine”. Pare che l'iter di rimozione dai registri navali sia stato avviato il 21 settembre scorso. Della questione ha parlato anche il ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, secondo il quale “è evidente che nessun Paese voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare, rifiuta il coordinamento con la guardia costiera libica, attacca alcuni governi democratici come quello italiano, pretende di distribuire dei clandestini in Europa”.