Appello dell’Onu al Pakistan: “si fermino le esecuzioni”

Pakistan

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha rivolto un appello alla dirigenza pakistana affinché venga ripristinata la moratoria della pena di morte nel Paese. L’invito è stato presentato dal segretario Onu durante una conversazione tenutasi a Islamabad con Muhammad Nawaz Sharif, Primo ministro pakistano. Al termine dell’incontro, il segretario ha anche espresso le sue condoglianze per l’attentato alla scuola militare di Peshawar che ha indotto il Pakistan a fare marcia indietro sulla moratoria per i reati di terrorismo. Il premier Sharif ha comunque voluto rassicurare Ban Ki-moon, chiarendo che “le norme legali saranno rispettate”.

La moratoria alla pena capitale era stata revocata all’indomani della strage nella scuola militare nel distretto di Peshawar, importante centro culturale, politico, economico e commerciale situato alla frontiera tra il Pakistan e l’Afghanistan. L’attacco, condotto il 16 dicembre scorso dai talebani pachistani del TTP (Tehrik-i-Taliban Pakistan), aveva provocato la morte di 141 persone, in gran parte bambini e ragazzi. Anche il gruppo terroristico di Al-Qaeda aveva condannato l’operato del TTP, invitando i propri militanti a non sacrificare gli innocenti. Il governo pakistano aveva duramente reagito alla strage, condannando i responsabili dell’attacco alla pena di morte e dichiarando l’intenzione di istituire a breve un tribunale speciale per i crimini legati al terrorismo.

Il Pakistan è al quinto posto al mondo per casi totali di esecuzioni a morte dopo la Repubblica Popolare Cinese, l’Iran, l’Arabia Saudita e gli Stati Uniti. Solo alcuni reati vengono punito con la pena capitale, il cui unico mezzo è l’impiccagione. Attualmente, più di 900 persone si trovano nel braccio della morte condannate da tribunali inferiori. A partire dall’ottobre 2008, il governo del Pakistan ha avviato una moratoria sulla pena di morte. I drammatici atti avvenuti nella scuola militare hanno fatto fare un passo indietro all’iniziativa a causa delle proteste sollevate dall’opinione pubblica che chiedeva l’esecuzione dei terroristi.