Appello a Israele: “Non distrugga il villaggio palestinese”

L'Onu incalza Israele. Un appello dal Palazzo di Vetro giunge a Tel Aviv da parte degli ambasciatori di Italia e di altri sette Paesi – Gran Bretagna, Francia, Germania, Svezia, Belgio, Polonia, Olanda – in cui si chiede: “Non distruggete il villaggio palestinese di Khan al-Ahmar”. Come riporta il sito OnuItalia, in una dichiarazione letta mercoledì, poco prima della discussione al consiglio di sicurezza sul Medio Oriente, gli ambasciatori delle otto nazioni (l'Italia era rappresentata da Mariangela Zappia) hanno messo in guardia sui contraccolpi che l’intervento minacciato da Gerusalemme potrebbe avere sulla pace e sulla prospettiva di una “two-state solution”, cioè della creazione di uno Stato palestinese a fianco di quello israeliano.

Il villaggio di Khan al-Ahmar, dove vivono circa 200 palestinesi, è in un punto strategico: a Est di Gerusalemme, sulla strada che porta al mar Morto, è vicino a un importante insediamento di coloni israeliani ed è in una posizione tale da preservare la contiguità di un futuro Stato palestinese. Con la scusa che mancavano i permessi di costruzione – riferisce sempre OnuItalia – Israele ne ha ordinato la demolizione (avallata il 5 settembre da una sentenza della corte suprema). E ipotizza lo spostamento delle famiglie palestinesi in un altro luogo. L’Unione europea, che ha speso più di 300 mila euro per aiutare quella comunità, in particolare finanziando la costruzione di una scuola, ha reagito male alla decisione. Mercoledì gli ambasciatori all’Onu di otto Paesi europei sono usciti allo scoperto, chiedendo una inversione di rotta. Intanto però le ruspe israeliane sarebbero già entrate in azione. Il sito Zeroincondotta riferisce: “Solo pochi giorni fa l'esercito è entrato e ha iniziato a demolire le prime case scippando le bandiere della Palestina sostituendole con quelle israeliane. Intanto notte e giorno si aspetta l'evacuazione che pare inevitabile. Vicino a una discarica alla periferia di Gerusalemme sono già pronti i container di lamiera che dovranno accogliere i beduini e i loro animali”.