Apertura contrastata del sito archeologico a Gerusalemme Est

La Lega Araba condanna “con il massimo della fermezza” l'apertura della “via dei pellegrini”, sito archeologico israeliano scavato sotto case palestinesi a Gerusalemme est. Si tratta di una scala sotterranea utilizzata migliaia di anni fa dagli ebrei per raggiungere il Tempio. Il vicesegretario generale della Lega araba, Saeed Abu Ali, ha messo in guardia dalle “ripercussioni delle continue operazioni di scavo di Israele nella parte occupata di Gerusalemme”. L'organizzazione panaraba con sede al Cairo ha quindi ribadito “il rifiuto di ogni tentativo israeliano di cambiare l'identità della città vecchia della parte occupata di Gerusalemme”. Secondo Abu Ali, gli insediamenti israeliani costituiscono una “flagrante violazione” del diritto internazionale.

L’attacco di Peace Now

“L'equipe di Trump ha scelto di rafforzare una frangia dei coloni nella delicata area del Santo Bacino di Gerusalemme (che rasenta le mura della Città vecchia) piuttosto che portare avanti un accordo di pace che metta fine al conflitto”, ha affermato Peace Now denunciando la partecipazione dell'ambasciatore Usa in Israele David Friedman e dell'emissario di Trump per il Medio Oriente Jason Greenblatt alla inaugurazione del “Tunnel dei pellegrini” a Silwan (Gerusalemme est). Si tratta di un tunnel lungo 850 metri e largo otto, scavato negli ultimi sei anni sotto alle case di Silwan, che secondo i realizzatori del progetto (definita “una associazione nazionalista ebraica”) era utilizzato duemila anni fa dagli ebrei che salivano dalla Città di re Davide verso l'odierna Spianata delle Moschee. “In questo modo – afferma Peace Now – Silwan è trasformata in una Disneyland dell' estrema destra messianica in Israele e negli Usa, a pochi passi dalla Moschea al-Aqsa e dal Monte del Tempio”.

La disputa sulle scoperte

Nel 2014 nelle viscere di Gerusalemme furono trovati i resti della Città di David. Un muro di pietre larghe 6 metri, pesanti ognuna 5 tonnellate e risalenti a 3800 anni fa: ad averlo trovato è l’archeologo Eli Shukron. Un muro di pietre larghe 6 metri, pesanti ognuna 5 tonnellate e risalenti a 3800 anni fa: ad averlo trovato nelle viscere di Gerusalemme è l’archeologo Eli Shukron, secondo il quale si tratta dei resti dell’antica Città di David, fuori dalle mura dell’attuale città Vecchia. Il ritrovamento fece notizia perché è il muro più grande presente nell’area e risale al periodo antecedente a Erode. Per Shukron, che segue gli scavi nella Città di David dal 1995, si trattava, come riferito dalla Stampa, di una “prova decisiva” sulla sua esistenza in quanto la possente muraglia venne creata dai Gevusei per proteggere la fonte d’acqua Gihon che alimentava la città che avrebbe preso il loro nome. Ottocento anni dopo David l’avrebbe conquistata, impossessandosi anche della fonte Gihon e della relativa protezione massiccia, che incluse nelle mura della sua Gerusalemme. “Siamo di fronte a ritrovati archeologici che coincidono, parola per parola, con quanto si legge nella Bibbia” afferma l’archeologo, secondo il quale sarebbero delle ceramiche rinvenute nei pressi del muro a consentire di indicare la data di 3800 anni fa. Per Shukron è un risultato che premia il suo lavoro come anche gli ingenti investimenti privati che hanno consentito negli ultimi anni di creare il parco archeologico “City of David”, a ridosso delle mura della Città Vecchia, meta nello scorso anno di oltre 500 mila visitatori. Ma Ronny Reich, che fino al 2008 ha collaborato con Shukron nell’esplorazione degli scavi, smentisce l’intera teoria, affermando che le ceramiche “risalgono al regno del re David e non dei Gevusei” e accusando Shukron di “fare l’archeologo impugnando Bibbia e spada” al fine di giustificare “teorie nazionaliste che hanno poco fondamento”. La disputa fra Shukron e Reich, secondo la Stampa, nasce dal fatto che gli scavi della “Città di David” si trovano nel ben mezzo del quartiere arabo di Silwan, a Gerusalemme Est, e ciò porta i residenti a vedervi uno strumento della volontà di Israele di “giudaizzare la città”.Adesso il motivo di tensione riguarda appunto Silwan, un rione di Gerusalemme est, dove è stato inaugurato appunto il “Tunnel dei pellegrini”. Si tratta del ripristino di una galleria, lunga 850 metri e larga otto, che corre sotto le case, usata secondo una associazione nazionalista ebraica 2.000 anni fa dagli ebrei che salivano dalla Città di re Davide verso il Monte del Tempio (per gli arabi la Spianata delle Moschee). Da Amman la Giordania ha protestato per l'apertura del tunnel che a suo parere contribuisce ad alterare il carattere di Gerusalemme.