AMNESTY ACCUSA ISRAELE: “CRIMINI DI GUERRA DURANTE I RAID SU GAZA”

Amnesty punta il dito contro Israele per il conflitto condotto lungo la striscia di Gaza nell’estate 2014. Secondo l’organizzazione internazionale ci sarebbe una “forte evidenza” di crimini di guerra commessi da Tel Aviv nell’ambito dell’intenso bombardamento di zone residenziali a Rafah. L’aviazione di Netanyahu avrebbe mostrato “un estremo disprezzo per la vita dei civili”. Accuse dure che Israele ha seccamente respinto, imputando a sua volta ad Amnesty di “falsificare la realtà”. La Onlus umanitaria, che non è potuta entrare nella Striscia perché bloccata da Israele, ha analizzato attraverso avanzate tecniche investigative messe a punto nell’ambito del Forensic Architecture (un progetto di ricerca del Goldsmiths College di Londra) i fatti avvenuti tra l’1 e il 4 agosto dello scorso anno dopo il rapimento di un ufficiale israeliano da parte di Hamas. In quei giorni, ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa di Amnesty International, a Rafah sono stati lanciati una serie di attacchi “sproporzionati e indiscriminati”, anche in zone residenziali densamente popolate. Una “carneficina” con 135 palestinesi uccisi, fra cui 75 bambini.

La ferocia degli attacchi continuò anche dopo che l’esercito, il 2 agosto, dichiarò morto l’ufficiale, suggerendo l’ipotesi che i bombardamenti successivi fossero motivati dal desiderio di “punire” la popolazione di Rafah. Attacchi che secondo Amnesty potrebbero essere definiti come “crimini contro l’umanità. “Questo rapporto – si legge infatti nel dossier – presenta un’urgente richiesta di giustizia di cui va tenuto conto. L’analisi combinata di centinaia di foto e video, come pure di immagini satellitari e di testimonianze dirette, dimostra che le forze israeliane hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. Atti che devono essere indagati”. “Attaccando ambulanze e ospedali, l’esercito israeliano ha dimostrato un enorme disprezzo per le leggi della guerra. Attaccare deliberatamente delle installazioni sanitarie e dei professionisti della salute costituisce un crimine di guerra”, ha detto ancora Philip Luther.

Ma secondo il ministro del Esteri israeliano si tratta di un rapporto “profondamente sbagliato, lacunoso nella metodologia, nella ricostruzione dei fatti, nelle analisi e nelle conclusioni”. Per il massimo rappresentante della diplomazia dello stato ebraico Amnesty “ancora una volta dimostra la propria ossessione verso Israele” e costruisce “una falsa narrativa sostenendo che le operazioni descritte fossero una risposta all’uccisione e al rapimento di un militare israeliano e ignorando il fatto che c’era un conflitto in corso, durante il quale Israele cercava di fermare il continuo lancio di razzi e di neutralizzare i tunnel utilizzati per gli attacchi”.