Aiuti umanitari, Guaidò apre il confine

Arriva il decreto del presidente ad interim: gli aiuti umanitari saranno ammessi in Venezuela. Lo ha stabilito Juan Guaidò, con un'ordinanza che dispone l'apertura delle frontiere per far passare medicinali e vettovaglie, assicurando “garanzie e benefici” ai membri delle Forze Armate che “adempiano il mandato della Costituzione”. Il decreto è stato diffuso via Twitter, in un post in cui Guaidò rammenta la disposizione varata dall'Assemblea nazonale con la quale si concedeva il permesso agli operatori di entrare in Venezuela con gli aiuti necessari, dopo giorni di attesa a una manciata di miglia dal confine. Il presidente ad interim non rinuncia a un'offensiva contro Maduro, affermando che “usurpatori del potere legittimo” hanno impedito all'assistenza umanitaria di entrare nel Paese con azioni mirate.

 

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Le disposizioni

Una mossa autorevole quella di Guaidò che, successivamente, ordina (tramite lo stesso decreto) agli organismi competenti che “si mantenga aperto il confine con la sorella Repubblica Federale del Brasile” e conferma che il Venezuela intende mantenere i suoi rapporti con le isole di Aruba, Curacao e Bonaire, nelle Antille Olandesi. Infine robadisce, Guaidò ribadisce che nell'ordinamento giuridico della transizione verso la democrazia” saranno “assicurati benefici e garanzie” ai militari che “adempiano il mandato della Costituzione”, mentre coloro che non lo faranno “riceveranno il castigo dovuto”. L'ordine, dunque, è rivolto ai militari e li invita ad “agire in conseguenza di queste istruzioni”.

Giorni complicati

In molti, in primis gli Stati Uniti, premevano affinché la situazione al confine si sbloccasse, permettendo l'ingresso degli aiuti umanitari. La reticenza di Maduro (che affermava come il Venezuela non avesse bisogno di assistenza perché perfettamente in grado di autosufficienza), era stata letta da molti come l'ennesima riprova del suo modo di governare autoritario e a mò di regime. Era stato proprio Trump a dare l'aut-aut ai militari di stanza al confine, concedendo solo qualche giorno di tempo prima di ritirare le derrate mediche e alimentari, lasciando il Venezuela senza. Eventualità che, ora, sembra essere scongiurata.