Afrin: miliziani pro Assad uccisi dai raid turchi

Diciassette miliziani delle Forze popolari, fedeli al regime di Damasco, sono stati uccisi nei raid compiuti dall'aviazione turca nell'enclave curda di Afrin. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I bombardamenti hanno colpito il villaggio di Jamaa. 

Raid

Le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) hanno confermato l'attacco, senza però fornire un chiaro bilancio delle vittime. I militari turchi, in un comunicato dello Stato maggiore di Ankara, hanno fatto sapere che alcuni elicotteri Atak, fabbricati in Turchia, hanno colpito la regione di Afrin, uccidendo nove “terroristi“, senza però fornire ulteriori dettagli. Giovedì almeno 8 soldati turchi sono morti e 13 sono rimasti feriti nell'ambito dell'operazione militare “Ramoscello d'ulivo” lanciata oltre un mese fa sul cantone nordoccidentale curdo di Afrin: l'area è controllata da anni dall'Ypg legate al partito siriano dell'Unità democratica (Pyd), considerate da Ankara organizzazioni terroristiche. 

Ghouta

L'Ondus ha, intanto, rivisto il bilancio delle vittime civili dell'operazione condotta dalle truppe governative nella Ghouta orientale, ancora occupata dai ribelli. Circa 613 persone, tra cui almeno 147 bambini, sono rimasti uccisi dal 18 febbraio. Ma il numero dei morti potrebbe essere ancora più alto. Secondo i Caschi bianchi (gli uomini e le donne della Siryan Civil Defence, un'organizzazione fondata nel 2013 per aiutare le vittime del conflitto siriano), dal 18 febbraio i bombardamenti del regime hanno causato oltre 666 morti e 2.278 feriti.

Tregua

I bombardamenti sono continuati anche negli ultimi giorni, nonostante la tregua di 30 giorni imposta in Siria dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la “pausa umanitaria” di 5 ore al giorno, dalle 9 alle 14, decisa dal presidente russo Vladimir Putin. Il cessate il fuoco è previsto ogni giorno per consentire l'ingresso degli aiuti umanitari nell'area e la partenza dei civili dall'enclave ribelle. Nessun civile, esclusa una coppia anziana di cittadini pakistani, o convoglio di aiuti ha ancora attraversato il corridoio umanitario istituito tre giorni fa presso la località di Al-Wafidine