Afghanistan, governo pronto ad avviare colloqui con i talebani

Kabul è pronta ad avviare colloqui con i talebani “senza precondizioni“. Lo ha sostenuto l’ambasciatore afghano a Islamabad, Omar Zakhilwal, in una intervista all’agenzia di stampa cinese Xinhua. “Siamo in contatto con l’ufficio politico dei insorti in Qatar – ha spiegato – ed anche con un certo numero di leader talebani influenti e con alcuni loro comandanti, ma al momento non vi sono ancora veri e propri negoziati”.

Zakhilwal ha sottolineato che i miliziani fondamentalisti, “se lo vogliono, possono portare qualunque proposta al tavolo negoziale, ma non vogliamo che per i colloqui vi siano precondizioni”. Il diplomatico ha assicurato che il governo afghano è aperto a qualunque opportunità di dialogo di pace, aggiungendo che “possiamo trovare con i talebani un metodo per avanzare, soprattutto se si sospende l’appoggio esterno che ricevono“. Rispondendo quindi sulla condizione posta dall’Emirato islamico dell’Afghanistan (nome che aveva il Paese quando i talebani erano al governo) e cioè un ritiro delle truppe straniere dal suolo afghano, l’ambasciatore ha osservato che “siamo tutti noi che creiamo le ragioni per la presenza di quelle truppe”. “Ma se non ci fosse più la guerra – ha concluso – non vi sarebbe più alcuna ragione per la presenza di militari stranieri. Per cui se davvero i talebani vogliono il ritiro delle truppe straniere, devono capire che la pace e non la guerra lo permetterà”.

Prosegue, intanto, l’offensiva dei talebani nel distretto di Sangin della provincia meridionale afghana di Helmand, che sta costringendo il governo provinciale e quello centrale a ricorrere a misure di emergenza e al rafforzamento delle forze di sicurezza dispiegate nella zona. L’ufficio stampa del governo provinciale ha diffuso un comunicato in cui dice che negli ultimi scontri 19 militanti sono stati uccisi ed altri 24 sono rimasti feriti. Altre fonti hanno reso noto che per sostenere l’offensiva dei “mujaheddin” è arrivato un reparto di ‘teste di cuoio’, che si uniranno agli uomini dell’esercito e della polizia locali. Data la serietà della situazione, il presidente Ashraf Ghani e il coordinatore del governo, Abdullah Abdullah, si sono intrattenuti in video-conferenza con il governatore di Helmand, Mirza Khan Rahimi, mentre oggi lo stesso Abdullah si è recato personalmente a Lashkargah, il capoluogo.

Da parte loro nel portale “La Voce della Jihad” gli insorti hanno sostenuto di avere “ucciso o ferito 100 membri delle forze di sicurezza” e di avere conquistato “20 fra grandi e piccoli posti di controllo” e “annientato cinque centri militari”. Infine l’agenzia di stampa Pajhwok ricorda oggi che almeno sei dei 13 distretti che compongono la provincia di Helmand sono in mano ai talebani e che solo i distretti centrali sono sotto l’autorità del governo.